Mettere in evidenza potenziali zone a rischio geologico, consentendo una migliore prevenzione dei disastri ambientali. È una delle funzioni principali della mappatura del territorio consentita dal Progetto di Cartografia Geologica Nazionale (CARG), avviato nel 1988 da un gruppo di studiosi di Scienze della Terra, coordinati dal Servizio Geologico d’Italia, in collaborazione con Regioni e Province Autonome. Di questo si è parlato oggi a Roma, presso la sede dell’ISPRA, durante il convegno “I 20 anni del Progetto di Cartografia Geologica Nazionale”, che rientra nelle attività promosse dall’Anno Internazionale del Pianeta Terra ed è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Il Convegno, nel quale sono stati presentati i risultati raggiunti finora dal CARG, ha messo a fuoco lo stato di conoscenza delle principali problematiche, evidenziando nel complesso il quadro preoccupante di un Paese esposto ai rischi geologici, ma anche le potenzialità che il suo territorio offre in termini di risorse, senza escludere la tutela ambientale e una conseguente corretta gestione delle risorse. Ampio spazio è stato dato anche allo studio del calore superficiale della crosta terrestre finalizzato allo sfruttamento delle risorse geotermiche a bassa entalpia per la produzione di energia e l’utilizzo di tipo termale, possibilità presenti ad esempio nel caso del Vesuvio e di tutta l’area vulcanica campana. Sono inoltre stati illustrati esempi relativi alla protezione delle coste come aree particolarmente sensibili ai rischi connessi al potenziale innalzamento del livello del mare, dovuto ai cambiamenti climatici. Tra gli obiettivi del CARG c’è quello di una migliore conoscenza delle aree marine, che ne favorisca l’uso sostenibile e la tutela, attraverso il ripascimento di spiagge, la costruzione di moli e porti turistici, ma anche l’istituzione di aree marine protette. I dati del CARG sono disponibili e consultabili on line all’indirizzo www.apat.gov.it