Intervistata dal quotidiano canadese per gli italiani lì residenti, il nostro ministro dell’ambiente ha esposto, toccando vari punti quella che sarà la filosofia e gli interventi pratici che costituiranno la sua attività nel prossimo futuro.
E parla di nucleare, rinnovabili e inquinamento, esponendo il suo pensiero secondo cui sia l’energia dell’atomo che le rinnovabili e le altre fonti di energia da combustibile costituiscono una risposta adeguata all’emergenza ambientale di oggi.
Ad esempio per il nucleare sostiene che: “… Il progetto del governo per il ritorno al nucleare si svolgerà con le massime garanzie e i massimi controlli, nei tempi richiesti dalla complessità di un simile programma. Miriamo a un riequilibrio energetico che nel medio periodo ci consenta di arrivare al 25 per cento di rinnovabili, al 25 per cento di nucleare e al restante 50 per cento di combustibili fossili. Un programma sicuramente non facile da attuare, ma è una sfida che, se vinta, avrà effetti straordinari sull’ambiente: saranno ridotte in modo significativo le emissioni di gas serra, migliorerà la qualità dell’aria delle nostre città e ne risentirà positivamente anche la bolletta energetica che pagano le famiglie e le imprese…”.
Il ministro non entra nel merito di quale scelta verrà fatta nell’ambito del nucleare, né di quali saranno i tempi e nemmeno di quanti investimenti occorreranno.
Ma nel suo programma c’è spazio anche per le fonti pulite visto che afferma che: “… È necessario un rilevante incremento degli investimenti destinati agli impianti alimentati da fonti rinnovabili e al miglioramento dell’efficienza energetica. Oggi compriamo i pannelli solari in Germania e le pale eoliche in Danimarca, pagando le rinnovabili più di ogni altra forma di energia. Dobbiamo puntare, invece, sulla produzione in Italia di materiali e tecnologie per questo tipo di energia. Fa parte del nostro programma di governo far uscire le rinnovabili dalla nicchia in cui sono relegate e farne una grande opportunità per il sistema Paese in chiave di sviluppo energetico e industriale. Studieremo e valuteremo attentamente tutte le proposte. Credo che prima si debbano fare gli interventi concreti, a portata di mano e convenienti anche sotto il profilo economico. Senza trascurare di dare spazio alla ricerca e all’innovazione…”.
Nell’intervista vien toccato anche il problema dell’inquinamento e, segnatamente, quello delle emissioni di gas serra. Sostiene la Prestigiacomo che: “… Occorre agire su più fronti, che coinvolgono la nostra organizzazione sociale ed economica. A un’immediate action invita l’Agenzia internazionale dell’energia in un rapporto appena pubblicato, “Energy technology perspectives”, nel quale si invitano tutti i governi del mondo a cambiare drasticamente il modo di produzione dell’energia e si specifica che il nucleare, le tecnologie di cattura del carbonio e l’efficienza energetica dovrebbero giocare il ruolo più importante. Anche in Italia occorrerà, quindi, una poderosa accelerazione sugli investimenti tecnologici in campo energetico, ci vorrà uno spostamento massiccio verso le fonti rinnovabili e sarà opportuno incentivare l’utilizzo del gas in sostituzione del petrolio. Il gas, infatti, produce gas serra quattro volte in meno degli impianti a carbone e tre volte in meno di quelli a petrolio e ha standard di rendimento migliori. In quest’ottica appare evidente l’esigenza di dotare il nostro Paese di un numero sufficiente di rigassificatori per affrancarsi dall’approvvigionamento dai gasdotti stranieri”.