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Prestigiacomo: l’impegno Ue per Copenaghen e la strada italiana

(Rinnovabili.it) – Con il tempo ormai agli sgoccioli i ministri dell’Ambiente Ue hanno provveduto ad una revisione finale delle posizioni e delle strategie dell’Unione Europea vista della conferenza sui cambiamenti climatici a Copenaghen. Nell’impegno autonomo preso dall’Europa per tagliare le proprie emissioni, i 27 hanno nuovamente sottolineato l’importanza di sostenere un obiettivo di riduzione del 30% come leva per convincere gli altri Paesi a fare delle offerte sufficienti e a mettere soldi sul tavolo, sia immediatamente dopo Copenaghen che nel futuro più distante. L’UE ha inoltre fissato l’obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni entro 80-95 per cento entro il 2050.
Il Consiglio ha affrontato i temi delle tecnologie sulla base della relazione svolta dal Ministro Prestigiacomo confermando la necessità di supportare la piattaforma emersa dal Mef che vede cooperare paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo su specifiche tecnologie quali i CCS, le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica nel settore industriale e in quello civile, bioenergie, carbone pulito e auto a basse emissioni e occorre che l’accordo contenga regole e meccanismi globali per lo sviluppo e la diffusione di tali tecnologie.
Accordo anche sul tema del finanziamento, supportato dalla relazione svolta dal ministro olandese Kramer, in base alla quale sono state valutate le possibilità di utilizzare istituzioni finanziarie esistenti o puntare alla creazione di nuovi fondi e comunque di considerare l’opzione fast-start, un primo finanziamento immediato da oggi al 2013, come capace di innescare da subito i programmi di cooperazione con i paesi in via di sviluppo in materia di tecnologie.
“L’UE in maniera compatta – ha dichiarato il Ministro Prestigiacomo – si spenderà al massimo perché venga raggiunto un accordo. L’Europa porterà a Copenhagen i propri impegni già assunti e metterà sul tavolo della trattativa la possibilità di innalzare i tagli delle missioni dal 20 al 30% a condizione che gli altri paesi sviluppati assumano obiettivi analoghi e a fronte di impegni altrettanto significativi delle economie emergenti, così’ come ribadito dalle conclusioni adottate dall’ultimo Consiglio Europeo. Ciò che non deve accadere e che si proroghi Kyoto senza che i paesi che oggi sono fuori dai vincoli del protocollo”.

Il ministro ha altresì rimarcato la posizione italiana in tema ambientale; una posizione che si è evoluta e presenta ora i primi buoni risultati: “Nell’ultimo anno e mezzo sono diminuite del 33% le infrazioni contestate all’Italia dall’Unione Europea”, segno che “si è innescata una virtuosa inversione di tendenza che è frutto di una politica concreta e dialogante, priva di integralismi. Abbiamo ereditato una situazione che vedeva proprio nelle tematiche ambientali il maggior numero di procedure di infrazione. Abbiamo invertito il trend e contiamo di far rientrare a breve il contenzioso con l’Europa entro limiti fisiologici”.
E di trend invertiti si parla pure nell’ambito della crescita delle emissioni di gas serra: “Secondo i dati 2008-2009, e le previsioni 2010-2010, le emissioni dell’Italia corrispondono agli stessi livelli del 1990 (510 milioni di tonnellate CO2), ovvero non c’è stata crescita delle nostre emissioni”.
L’impegno assunto dalla nostra nazione di tagliare i gas serra fino a 483 milioni (circa il 6%) tonnellate nel periodo 2008-2012, lascia ancora scoperto un “gap” di circa 27 milioni di tonnellate, ma per Prestigiacomo la meta finale potrà essere raggiunta attraverso ulteriori misure interne soprattutto per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, e tramite la valorizzazione dei “crediti di carbonio” generati dagli oltre 300 progetti ministeriali nei paesi in via di sviluppo.

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