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Prc chiede a Giunta impegno per una filiera di recupero inerti edilizi

“Nella nostra Regione, il modello di sviluppo ha avuto tra i suoi addentellati l’espansione delle cave, con tutte le risorse in termini di sviluppo che ciò ha comportato, ma anche con tutte le problematiche che sono evidentemente emerse in termini di tutela dell’integrità del paesaggio (si veda il caso, emblematico, della Valle dell’Alfina, nell’orvietano, ma anche l’esempio dell’eugubino – gualdese). L’ulteriore espansione delle attività dei cavatori determinerebbe, a fronte di pochi benefici per il PIL regionale, considerevoli ripercussioni di carattere negativo sull’ambiente e sulla promozione della filiera TAC ( turismo – ambiente – cultura ), minando alle fondamenta la vocazione stessa dei nostri territori, amati ed invidiati da milioni di persone in Italia, in Europa e nel mondo. All’interno di una politica pianificata e concertata tra istituzioni e soggetti economici, la quale tenga conto della necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo, incentrato sui capisaldi della compatibilità tra sviluppo economico e difesa dell’ambiente, si impone, nel ventaglio delle opzioni possibili e praticabili, quella di accompagnare, alla limitazione dell’ulteriore espansione delle cave e dei fronti di estrazione, lo sviluppo della filiera del recupero dei rifiuti inerti da demolizione e costruzione, così come definiti dal Decreto Ronchi.

Per effetto di queste norme i rifiuti inerti provenienti dall’attività di demolizione e costruzione (laterizi, intonaci, conglomerati di cemento armato e non ecc…, con la rigorosa esclusione di materiali contenenti amianto) possono essere utilizzati, con idoneo processo tecnologico, in sostituzione di minerali di seconda categoria. Con processi di trasformazione adeguati, compatibili con le esigenze di tutela dell’ambiente, si possono ricavare, a partire dagli inerti, diversi materiali necessari nel campo dell’edilizia e dei lavori pubblici, e nella fattispecie : – stabilizzato di vario tipo ( 0/20mm; 0/40mm; 0/70mm ; tout – venant a base di materiale riciclato; pietrischetto; sabbie e conglomerati cementizi per opere non armate di fondazione e sottofondazione e per rinfianchi. Sempre a partire dagli inerti, si possono realizzare processi lavorativi come, ad esempio : reinterri con uso di mezzi meccanici di cavi o buche, con spianamenti, costipazioni, pilonature a strati, bagnature ed eventuali ricarichi”. Forte di questa analisi il gruppo del Prc chiede alla Giunta Provinciale di “incrementare gli sforzi tesi a potenziare una filiera provinciale del recupero degli inerti da demolizione e costruzione, oggi presente solo in maniera limitata sul territorio, con opportune sinergie istituzionali, di concerto in primo luogo con la Regione, e tra istituzioni e operatori privati, dando pieno seguito a linee di indirizzo elaborate e approvate negli ultimi anni e programmare, contestualmente a quanto sopra scritto, politiche di incentivo mirato a far sì che i rifiuti inerti da demolizione e costruzione siano considerati sempre meno, dagli operatori, costi da sostenere per il conferimento alle discariche autorizzate e sempre più un’occasione di sviluppo di un’economia fondata sul riutilizzo dei materiali e sul contenimento dell’espansione delle discariche”.