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Pozzi di petrolio nella valle di Noto?

La società che ha sede a Ragusa, piazzerà trivelle per cercare petrolio, con l'imprimatur del Tar di Palermo, proprio in un sito che l'Unesco ha dichiarato patrmonio dell'umanità. Proteste del sindaco, degli ambientalisti e del vicesindaco di Siracusa

Il Tar di Palermo ha accolto un ricorso della società petrolifera Panther Europa e quindi dato il via alla realizzazione di un pozzo di esplorazione, “Eureka est”, nella Val di Noto.
Ovviamente il sindaco di Noto, Corrado Valvo, si è ribellato ad una simile prospettiva e ha replicato: “Continueremo la nostra battaglia giudiziaria e politica ma soprattutto mediatica. Noto, ora dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, merita attenzione e non può essere colonizzata”.
I giudici amministrativi hanno accolto solo uno dei due ricorsi presentati dalla Panther, quello relativo al pozzo di esplorazione da aprire tra Noto e Rosolini, in contrada Zisola-Portelli.
Motivo dell’accoglienza del ricorso è costituto dal fatto che, secondo il Tar, l’assessorato regionale a Territorio e Ambiente ha comunicato in ritardo la necessità di una valutazione di impatto ambientale, facendo così scattare il silenzio-assenso.
Alla Panther già avevano bocciato la richiesta di ricerche/sondaggi in quella zona, ma visto il ritardo, la società ha presentato ricorso al Tar, avendo sentenza favorevole.
“Le dichiarazioni della Panther, che diceva di voler andare via da Noto, erano una grande bufala – ha sottolineato Valvo, riferendosi alla prima bocciatura del progetto – la Panther non ha interesse ad andare via da Noto. Continueremo la nostra battaglia degli intelletti per dire che le scelte del territorio vanno fatte nel territorio e che non abbiamo bisogno di turismo ‘petrolifero'”. Sul caso è c’è anche una nota del vicesindaco di Siracusa di An, Fabio Granata, che chede al governo regionale di intervenire legislativamente per la totale revoca delle ricerche petrolifere in Val di Noto. “La sentenza del Tar riapre infatti una maglia pericolosa – ha affermato Granata – che solo un atto politico finalmente chiaro e definitivo può rimarginare. La Sicilia ha scelto un altro modello di sviluppo, ma ora, dopo tante parole, da Cuffaro serve un segnale inequivocabile”. (fonte Ansa – La Reppubblica.it)

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