(Rinnovabili.it) – Nell’attuale sfida lanciata dall’energia solare c’è chi ha le idee chiare. Un gruppo di scienziati dell’Arizona State University ha deciso di concentrarsi sulle potenzialità offerte dai collettori solari piuttosto che dalla tecnologia fotovoltaica, per ottenere un metodo più efficiente per sfruttare l’energia luminosa. “La grande limitazione di pannelli fotovoltaici è che possono usare solo una frazione della luce che li colpisce, e il resto si trasforma in calore, che danneggia peraltro il rendimento dei pannelli”, ha commentato uno dei ricercatori. Per ottenere nuovi e promettenti risultati nel campo della raccolta dell’energia il team ha sperimentato l’impiego di mix particelle di grafite nanoscopiche nel fluido di scambio normalmente utilizzato negli impianti solari termici; scelte per il loro colore nero in grado di attirare la luce del sole, le particelle hanno determinato un aumento di efficienza di dieci punti percentuali.
“Crediamo che ciò possa tradursi con un guadagno fino 3,5 milioni di dollari l’anno con un impianto da 100 MW di energia solare”. Un altro vantaggio delle nanoparticelle di grafite è il loro costo: meno di 1 dollaro per grammo quando 100 grammi possono fornire la stessa superficie di raccolta calore di un campo di calcio. “Potrebbe anche essere possibile filtrare le nanoparticelle di fuliggine, che hanno analoghe potenzialità assorbenti, dalle centrali elettriche a carbone per impiegarle negli impianti solari”, hanno spiegato all’Arizona State University. “Un’idea particolarmente interessante: utilizzare un inquinante per raccogliere energia pulita”.