Rinnovabili

Pillole di Green Economy urbana

Alla fine dell’ottocento, e per tutto il novecento, le nazioni più sviluppate hanno registrato un esodo di popolazione dalle campagne verso le città. Tale fenomeno si verifica oggi in tutte le grandi città del mondo.
La differenza, rispetto al passato, è che adesso non c’è tanto un richiamo di mano d’opera da parte delle industrie cittadine, quanto la difficoltà della maggior parte delle campagne di offrire mezzi di sussistenza anche minima.
Nel mondo più avanzato, la percentuale della popolazione inurbata è dell’ordine del 70% della intera popolazione. Si stima che ogni giorno 200.000 persone migrino dalla campagna alla città. Per quello che possono valere certe proiezioni, che comunque sono fatte con i modelli oggi disponibili, si calcola che, entro la fine del secolo, 8 miliardi di persone che rappresenterebbero il 75% della popolazione prevista abiteranno nelle città.
Al di la dei numeri, il processo di esodo dalla campagna alla città sembra irreversibile e dunque ci si deve preoccupare dei problemi sociali ed ambientali che si pongono e prevedibilmente si porranno.
In ogni caso, il preponderante peso demografico, porta a considerare la città punto nodale dei problemi ecologici, area dove lo scontro per un accettabile sopravvivenza del genere umano si vince o si perde. Per comprendere meglio il fenomeno è utile chiarire, almeno in sintesi, i termini delle principali grandezze in gioco.
Si provi a considerare la città come una scatola, che riceve principalmente gas, carbone, petrolio, acqua, cibi, apparecchi, materie prime da trasformare, e produce prodotti finiti e rifiuti verso l’esterno.

Per ridurre in modo sostanziale l’impronta ecologica sul territorio, sarebbe opportuno che la scatola riducesse al minimo o meglio a zero l’importazione di elementi che non si riproducono come il gas, carbone e petrolio, riducesse al solo necessario il consumo di acqua, promuovesse l’acquisto di materiale reperibile nelle vicinanze per ridurre i trasporti. Quanto ai rifiuti, dovrebbe porre la massima attenzione ad evitare di emettere gas e liquidi inquinanti e riciclare per quanto possibile i rifiuti solidi.
Per quanto tali traguardi possano apparire difficili, in certe aree del pianeta si è ottenuta l’autosufficienza energetica e lo zero rifiuti.

La città energeticamente autosufficiente ed a rifiuti zero è frutto di una convinta partecipazione popolare, che deve trovare adeguati riscontri nei provvedimenti politici di natura progettuale ed economica.
Ma la ricaduta fondamentale è che su di essa s’innesterebbero nuovi mestieri, nuovi prodotti e un elevatissimo numero di posti di lavoro.
Un nuovo modo di produrre e di lavorare: per dirla in breve una nuova economia (Green Economy).
Dunque difesa dell’ambiente che non è posta dopo il risanamento economico, ma che lo produce. Ed anzi, per quanto risulta da numerosissime analisi, è il solo modo di rilanciare l’economia.
La città, punto nodale della trasformazione dei consumi e del rilancio economico, sposta ulteriormente l’asse politico dal centro alla periferia.
La realizzazione della città ecologica non può nascere tanto da disposizioni centrali ma, come sta avvenendo nella pratica, da scelte locali e da amministratori locali che progettano la produzione di energia ed il trattamento dei rifiuti sulla base di situazioni concrete magari anche attraverso la realizzazione di nuovi quartieri autosufficienti o la ristrutturazione di zone storiche.
Devono emergere imprenditori e politici che sappiano lavorare insieme ed acquistare il consenso e la partecipazione popolare.
Si tratta di un modo di vita più naturale, cosciente, solidale con chi verrà dopo di noi e con l’ambiente che ci circonda.
Anche al momento del voto, nazionale e soprattutto locale, occorre scegliere persone credibili che sappiano tradurre questi principi in realizzazioni pratiche.
E che non pensino di poter tornare indietro mettendo vecchie pezze, come ad esempio il costoso, inutile, e dannosissimo nucleare.

h4{color:#D3612B;}. La situazione nel mondo

*ITALIA* Trento si sta dimostrando la provincia più avanzata in fatto di qualificazione abitativa e ci sono anche leggi locali che offrono risorse. Nel trentino si è costituita la prima sede del GBC (Green Building Council) che è diventato standard in oltre 60 paesi del mondo. Adotta il sistema di certificazione Leed che misura la sostenibilità di un edificio
sulla base di consumi energetici, smaltimento rifiuti, provenienza e natura dei materiali usati, efficienza idrica, comfort e illuminazione interna.
Il GBC Italia intende applicare il Leed ai centri storici, ha contatti anche con Cina ed India ed ha aperto corsi d’Insegnamento per applicare la certificazione. Nel trentino l’84% dei kWh consumati è rinnovabile In Italia oltre la certificazione Leed esiste anche la classificazione Itaca.

*USA* Per le abitazioni è previsto un investimento di 190 milioni di dollari in due anni con la creazione di 9000 posti di lavoro. Per l’adeguamento dell’esistente entro il 2030 è previsto un investimento di 236 miliardi di dollari da portare fino a 2600 miliardi. La Hears Tower è il primo grattacielo verde di New York. Utilizza per l’80% acciaio riciclato e risparmia il 26% in più di energia rispetto ai regolamenti della città.

*COREA DEL SUD* E’ stato creato un piano di riqualificazione di due interi quartieri sottoposti a certificazione Leed.

*EUROPA* Atomium Culture la rete per le eccellenze europee che riunisce università, aziende e media ha presentato la prima edizione di “European green city index” che
propone una classifica di 30 città europee ordinate secondo il punteggio di 8 categorie di stato (CO2, energia, qualità edifici, trasporti, acqua, rifiuti, gestione del territorio, qualità
dell’aria) e governo dell’ambiente. La prima città è risultata _Copenhagen_ . _Roma_ non è piazzata male per essere una delle città più grandi: è al 14° posto su 30. Hanno giocato in favore le fonti di energia con il 19% di rinnovabile (idroelettrico, solare termico e solare fotovoltaico).Dal 2005 Roma ha istallato 5 MW di fotovoltaico che è in via di espansione. Buona anche la CO2 per abitante con 3,5 tonnellate inferiore alla media di 5 tonnellate. Per il trattamento rifiuti Roma è in linea con le altre città europee. Male il
governo ambientale (al 23° posto): manca ancora lo sviluppo di strategia ambientale complessiva.
Per altre città europee: _Zurigo_ le emissioni di CO2 sono 3,7 t/persona/anno contro la media europea di 5 e sono in progressiva riduzione. Importanti risultati sono stati ottenuti da una utility cittadina (EWZ) che finanzia, costruisce e gestisce impianti energetici di privati chiavi in mano.
_Bruxelles_ insieme a Copenhagen, Stoccolma ed Helsinki ha il miglior governo ambientale. Ha varato una serie di obiettivi ambientali articolati (Agenda 21).
_Oslo_ è all’avanguardia per l’uso massiccio di energie alternative. Ha un piano di abbattimento di gas serra negli edifici pubblici per il 2030 del 95%. Ha investito 264 milioni di Euro per lo sviluppo di energie rinnovabili e lo smaltimento con riciclo dei rifiuti.
_Stoccolma_ è in testa per il trasporto pulito. Il 75% dei trasporti pubblici è alimentato da energie rinnovabili. Ha sviluppato un controllo elettronico del traffico che incentiva i mezzi
pubblici. Entro l’anno dovrebbe far salire l’acquisto di auto pulite del 35%.
Un suo quartiere (Hammarby) progettato nel 1990, è uno dei casi più avanzati di sviluppo tecnologico di una città: tra l’altro la sua efficienza energetica è il doppio della media degli
altri quartieri.
Nella città di _Malmo_ , in un quartiere degradato del porto con disoccupazione al 20%, è stato costruito un nuovo agglomerato, oggi sede di frequentazioni turistiche alla moda. Sono alloggiate 2000 famiglie a emissioni zero e completa sostenibilità.
_Vienna_ nel campo delle energie rinnovabili è al primo posto con il13% dei consumi contro una media del 7%. E’ al posto 4° nella classifica e uropea ed è ai primi posti per la corretta gestione dell’acqua. Purifica tutte le acque che vengono scaricate nel Danubio. Ha la più grande centrale di biomasse in Europa (200.000 t/anno).

*EMIRATI ARABI* E’ in progetto la prima città ad emissioni zero di CO2. Si chiamerà Masdar City e sorgerà a pochi chilometri da Abu Dhabi.
Sono previsti: 50.000 abitanti.
rifiuti riciclati: 98%.
consumo elettrico pro capite/giorno: 30 kWh
consumo idrico pro capite/giorno: 80 litri
edilizia: progettata per la difesa dal sole
taxi elettrici senza conducente e niente auto private

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