Rinnovabili

Piano energetico regionale. Faraone (PD), balletto indecoroso

“Sul Piano Energetico Regionale stiamo assistendo da mesi a un balletto indecoroso tra i due Assessorati preposti al rilascio dell’autorizzazione unica. È curioso che Gianni e Sorbello non trovino di meglio da fare che insultarsi ogni giorno a mezzo stampa ”.
Lo dice il parlamentare regionale del Partito Democratico, Davide Faraone.
“Il piano Energetico regionale, per l’importanza che riveste, dovrebbe essere materia da trattare in aula anziché in Giunta. – continua Faraone – Questo piano è poco chiaro e racchiude troppi limiti che avranno come risultato immediato una pioggia di ricorsi da parte delle Imprese. Bisogna operare delle distinzioni per i parametri che riguardano le distanze fra gli impianti distinguendo fra eolici e fotovoltaici”.
“Cosi come occorre che il gestore della rete si pronunci rispetto alla reale capacità della rete di assorbire l’energia prodotta, perché anche questa sembra più una leggenda metropolitana che non qualcosa di supportato da rilievi oggettivi. I dati ci dicono che c’è un settore con milioni di investimenti bloccati, è paradossale che per la realizzazione di un impianto basti un anno e per autorizzarlo ne servano quattro. Sarebbe opportuno, – prosegue – al fine di sbloccare gli investimenti e creare nuovi posti di lavoro, velocizzare gli iter che portano all’autorizzazione unica per la realizzazione degli impianti, in tal senso è auspicabile che gli enti preposti collaborino in maniera fattiva. In merito alla proposta di una tassa sull’energia avanzata recentemente dall’assessore Pippo Gianni; va rilevato il fatto che, per quanto concerne le produzioni da fonti rinnovabili, una tassazione di questo tipo andrebbe in direzione nettamente contraria alle direttive comunitarie che regolano la materia. Sarebbe opportuno, – conclude il parlamentare – al fine di evitare una pioggia di ricorsi da parte dei produttori, che venga operata una distinzione fra produzioni da fonti rinnovabili e non. Il provvedimento infatti non sposerebbe le direttive emanate dall’unione per gli stati membri, le quali prevedono anzi, incentivi per chi si impegna a produrre energia da fonti rinnovabili”.

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