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Philips diventa verde, Greenpeace ringrazia

Philips ha annunciato un importante cambio di direzione nella sua strategia ambientale: l’azienda si farà carico del costo di smaltimento e riciclaggio dei propri prodotti. Greenpeace celebra la vittoria e si congratula con la compagnia.
Dopo due anni di pressione da parte di GreenPeace, Philips ha finalmente deciso di eliminare la “tassa verde” che gli utenti dovevano pagare su ogni prodotto, facendosi carico dei costi di riciclaggio. Nei paesi dove c’erano due prezzi, quindi, ce ne sarà uno solo, probabilmente a metà tra quelli precedenti.
Uno dei momenti delle manifestazioni per convincere Philips a cambiare atteggiamento.
L’azienda in passato si era opposta con forza all’approvazione di leggi che obbligavano le compagnie ad assumersi i costi ambientali del loro favore. La buona notizia sta nel fatto che, facendosi carico dei costi, Philips, come altre aziende, avrà una motivazione in più per creare prodotti con un minore impatto ambientale, e quindi con minori costi di smaltimento e riciclaggio.
L’azienda ha deciso anche di mettere in piedi un programma per il ritiro dei prodotti, in quei paesi dove la legge non obbliga a separare i rifiuti speciali. Una scelta coerente con la guida di GreenPeace, come quella di orientarsi a processi produttivi più ecosostenibili, impegnandosi a ridurre le proprie emissioni del 30% entro il 2020.
I rifiuti contaminanti vengono spesso “scaricati” in Asia e in Africa, dove vengono trattati da personale non protetto, a volte bambini. Per GreenPeace la scelta di Philips è partcolarmente importante perché l’azienda rappresenta un “pezzo grosso” del settore, e costituisce un esempio da seguire per gli altri. Un fattore che valeva anche quando Philips non voleva nemmeno sentir parlare di responsabilità ambientale.(Valerio Porcu)

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