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Petrolio, scivola verso i 40 dollari, per la disoccupazione Usa

I prezzi del greggio, stamane all’apertura delle borse, avevano fatto registrare un piccolo risveglio, non solo per la crisi in Medio Oriente, ma anche per la voce di un nuovo taglio della produzione da parte dei paesi produttori che fanno parte dell’Opec. Sul Wti americano il contratto con consegna a febbraio marca in apertura un rialzo dello 0,89% a 42,07 dollari per barile, mentre sul Brent di Londra si sale dell’1,88% a quota 45,51 dollari per barile.
Le quotazioni subiscono invece un forte calo, con il barile sceso sotto i 40 dollari, dopo la diffusione dei preoccupanti dati sull’occupazione negli Usa. Di conseguenza i futures sul greggio con consegna a febbraio scendono di oltre il 5% fino a 39,38 dollari, segnando un calo, per questa settimana, del 15%.
Anche secondo la Bloomberg ad indebolire le quotazioni è stato il rialzo della disoccupazione negli Usa (-7,2% posti di lavoro, il più forte dal dopoguerra) che fà temere un forte calo della domanda. Questo poi riaccende le preoccupazioni per la recessione in arrivo, e a così a New York il petrolio torna a perdere quota e il light crude ha chiuso in calo di 90 cent, a 40,80 dollari al barile.

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