Petrolio vicino ai 105 dollari al barile dopo la riunione dell’Opec dove, un pò a sorpresa è stato deciso di diminuire l’attuale livello di produzione. Decisione presa nella nottata e oggi alle 12 (ora italiana) al mercato di New York, il greggio americano (consegna a ottobre) era scambiato a 104,82 dollari al barile, con un aumento dell’1,5% mentre sui mercati europei il brent ha fatto segnare un rialzo dell’1,7%, a 102,06 dollari.
L’Opec a Vienna ha preso la decisione di tagliare l’offerta di “520.000 barili al giorno”, ritornando quindi allo standard di settembre 2007, cioè 28,8 milioni di barili al giorno. L’Opec pretende che i suoi membri rispettino rigidamente le quote di produzione anche in considerazione del fatto che per diversi mesi l’Arabia Saudita (primo produttore mondiale di petrolio e capo-fila dell’Opec), aveva già aumentato unilateralmente la produzione di 500.000 barili al giorno.
La riduzione delle quote secondo la Federpetroli non deve preoccupare, infatti “non sarà certo un taglio di 520.000 a far salire o scendere il greggio”, mentre è “importante – si sottolinea – l’entrata come membri Opec dell’Ecuador e dell’Angola, Paesi con alte riserve di greggio”, che in qualche modo bilancia l’uscita dall’organizzazione dell’Indonesia.
Il verdetto è giunto inaspettato, perché proprio ieri Chakib Khelil, presidente dell’Opec, aveva dichiarato di ritenere “non necessario un taglio della produzione”, assicurando che l’Opec avrebbe lasciato invariata l’attuale offerta. Con tali rassicurazioni, le quotazioni del greggio erano scivolate, insieme al brent, arrivato fin sotto la soglia psicologica dei 100 dollari al barile.
Intanto l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) per l’anno in corso prevede una domanda di 86,8 milioni di barili e di 87,6 milioni nel 2009, stime rispettivamente di 100.000 e 140.000 barili in meno in relazione a quelle comunicate il mese scorso.