Le Regioni protestano ma Scajola continua per la sua strada: il nucleare servirà ad integrare la produzione di energia da fonti rinnovabili per abbassare i costi in bolletta
(Rinnovabili.it) – Le Regioni impugnano la legge nazionale e la questione ‘nucleare’ riaccende la polemica. Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Toscana e Umbria sono pronte a dare battaglia, mentre dal canto suo, in una intervista concessa a Libero, il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, risottolinea la necessità di un ritorno al nucleare per salvaguardare un bene ormai primario per la popolazione: l’energia elettrica. La convinzione del Governo è che solo il nucleare, insieme alle rinnovabili, possa garantire un futuro energetico indipendente e più economico all’Italia, costretta a pagare una delle bollette più care d’Europa.
A seguito delle polemiche delle Regioni contro la Legge Sviluppo e del ricorso presentato alla Corte Costituzionale, il ministro Scajola ha dichiarato: “Pensiamo che garantire all’Italia energia elettrica a prezzi allineati con quelli degli altri Paesi europei nel pieno rispetto dell’ambiente sia un bene primario”, e dato che “questo obiettivo si può raggiungere solo con una quota di energia nucleare, crediamo che il potere sostitutivo del Governo sia non solo legittimo ma necessario. Speriamo che la Corte Costituzionale confermi questo orientamento”. Ha poi aggiunto che “Nessuno nega il ruolo delle Regioni, che sarà pienamente valorizzato nel percorso di ritorno al nucleare. I criteri per la scelta dei siti saranno verificati con la Conferenza delle Regioni. I singoli governi regionali, così come i Comuni, parteciperanno al processo autorizzativo”.
Scajola è stato molto chiaro riguardo alla proposta dell’utilizzo esclusivo delle rinnovabili. “Anche a me piacerebbe puntare tutto sulle rinnovabili ma è impossibile, perché sono ancora troppo costose e vanno sussidiate con incentivi che pesano sulle bollette di tutti noi. Per questo abbiamo previsto un mix equilibrato e realistico: 25% di elettricità dalle rinnovabili, 25% dal nucleare e il restante 50% dalle fonti fossili che emettono gas serra, contro l’83% di oggi. Con questo mix ridurremo drasticamente l’inquinamento, dipenderemo meno dall’estero e pagheremo meno l’elettricità”.
Intanto anche la regione Lazio ha fatto sapere che si unirà alle alla protesta. “Venerdì la Giunta regionale del Lazio varerà una delibera per impugnare davanti alla Consulta la Legge Sviluppo che esautora le Regione di fronte alle decisioni circa l’energia atomica. – afferma Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio – La “Legge sviluppo”, infatti, prevede che ci sia un’unica opzione: quella dell’assenso alle centrali atomiche. Se la Regione decidesse di opporsi, infatti, scatterebbe il meccanismo di sostituzione da parte del Governo andando contro alla volontà dei cittadini che si sono espressi per le rinnovabili. In pratica il passaggio che prevede la legge con la conferenza unificata e con le popolazioni è solo una generica enunciazione di principio poiché la scelta è obbligata facendo passare decisioni importanti sulla testa dei cittadini, con una scorciatoia assolutamente impraticabile”.
“Entrando più nello specifico l’articolo 120 della Costituzione individua in maniera tassativa i casi in cui il Governo può esercitare i suoi poteri sostitutivi nei confronti delle regioni e degli enti locali che sono: il mancato rispetto di norme e trattati internazionali, e della normativa comunitaria; il pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica; la tutela dell’unità giuridica, economica e dei livelli essenziali delle prestazioni relative a diritti civili e sociali essenziali, come quelli della sanità. – continua Zaratti – Esclusi i primi due casi che nulla hanno a che fare con l’energia, mi sembra difficile che la localizzazione di una centrale nucleare, in quanto infrastruttura strategica nazionale, possa farsi rientrare così semplicemente nell’ambito della tutela dell’unità economica o dei livelli essenziali dei servizi, dimenticando che il governo del territorio è affidato alla Regione e che l’assenso regionale a qualsiasi localizzazione non è momento eludibile. Tra l’altro il potere sostitutivo si esercita in relazione a specifici atti amministrativi e qui proprio non si capisce come e in relazione a quali atti il Governo possa sostituire la Regione e gli enti locali. La forzatura fatta dal Governo in materia di nucleare con questa legge, solleva quindi forti dubbi circa la costituzionalità della norma”.