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Pecoraro: niente biomasse nei porti

In Italia, ci sono circa 66 milioni di tonnellate di biomasse residuali, pari a 27 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, il 13% della produzione totale di energia. Per il ministro ‘un potenziale poco sfruttato’

‘No alla creazione di impianti per la produzione di biomasse in aree portuali’. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, in occasione dell’audizione in Commissione agricoltura al Senato, spiegando che questo comporterebbe un ‘aumento dell’import di materie prime dall’estero’ e il problema per il Mediterraneo di un ‘ulteriore traffico navale’. Per il ministro inoltre ‘il mondo agricolo deve diventare produttore di energia e non semplicemente fornitore di materia prima all’industria energetica’, anche per contribuire alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in accordo con il Protocollo di Kyoto e gli impegni europei. Necessaria quindi una ‘filiera corta’, che preveda non più di 30 chilometri di distanza tra la fonte energetica e chi la utilizza, valida per valorizzare i residui dell’agroindustria e le biomasse di natura legnosa, e la creazione di ‘distretti energetici’. Per questo, il ministro prevede finanziamenti a tassi agevolati per la realizzazione di impianti a biomasse, mediante la predisposizione di un decreto per l’utilizzo del Fondo per Kyoto previsto dalla Finanziaria. (fonte Ansa)

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