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Pechino studia una nuova tassa ambientale

(Rinnovabili.it) – Una nuova tassa ambientale per contenere l’inquinamento. L’idea, in fase di valutazione da parte della Repubblica popolare, non dovrebbe ripercuotersi pesantemente sul comparto industriale cinese – assicurano i funzionari – in quanto costituirebbe in realtà una sorta di contromossa alla progressiva rimozione degli oneri fiscali già esistenti per le aziende.
La proposta è stata resa nota dal vice ministro del dicastero ambientale, Pan Yue, in una conferenza stampa, oggi nella capitale, a margine dalla riunione annuale del Comitato Nazionale del Popolo.
La bozza intanto è già arrivata sul tavolo del Consiglio di Stato per la revisione finale e se adottata le intenzioni sarebbero quelle di testare l’eco-gabella in una o due province già a partire da quest’anno.
A rendere necessari urgenti provvedimenti in materia ambientale sono ancora una volta i rapporti nazionali che certificano l’aumento progressivo del livello di inquinamento che, con il triplicarsi dell’economia, negli ultimi dieci anni ha assistito ad un vero e proprio vortice in salita. Il degrado ambientale sembra preoccupare le autorità soprattutto in relazione ai disordini sociali che potrebbe comportare. Lo stesso premier Wen Jiabao, lo scorso gennaio, aveva definito la situazione dell’inquinamento “spaventosa” impegnandosi a limitare le emissioni provenienti dalle centrali elettriche a carbone e dalle fabbriche di cemento e acciaio.
Basti pensare nel censimento rilasciato il mese scorso: sono state identificate quasi 6 milioni di fonti d’emissioni climalteranti.

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