Lo scienziato olandese, stima che per la maggior parte dei biocombustibili le emissioni di N2O sopravanzano largamente il CO2 risparmiato. L’unica biomassa che può dare luogo ad un leggero risparmio di CO2 è la canna da zucchero: per ogni kg di CO2 risparmiata da combustibili fossili, vengono emessi da 0,5 a 0,9 kg di CO2 equivalente attraverso il rilascio di N2O.
Tutti gli altri biocombustibili sono bocciati senza appello. Per il bioetanolo da mais le emissioni possono essere del 50% in più rispetto all’uso di combustibili fossili, per il biodiesel da colza fino al 70% in più!
La situazione non è certo migliore per i residui vegetali (foglie, radici, fusti, i cosiddetti biofuel di seconda generazione): le emissioni possono arrivare fino a due volte e mezza quelle della benzina. Non riducono l’effetto serra, sono poco convenienti dal punto di vista energetico, rischiano di creare rincari e shortage degli alimenti e spingono verso la deforestazione. Chi volesse saperne di più potrà consultare integralmente la “ricerca di Crutzen”:https://www.atmos-chem-phys-discuss.net/7/11191/2007/acpd-7-11191-2007.pdf