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Parchi eolici, quando l’efficienza è una questione di distanza

(Rinnovabili.it) – Lo sviluppo della tecnologia eolica sta portando ad istallazioni, a livello globale, sempre più grandi. Ma in questa corsa all’oro verde, spiega Charles Meneveau, studioso delle dinamica dei fluidi alla Johns Hopkins University, c’è un fattore che deve essere rivalutato per bilanciare al meglio le voci ‘costi ed efficienza’ nell’equazione di crescita del comparto. Questo fattore è lo schema di istallazione degli aerogeneratori. Hopkins e il suo collaboratore Johan Meneveau della Leuven University in Belgio, hanno sviluppato un modello per calcolare la distanza ottimale delle turbine nelle future centrali eoliche di grandi dimensioni scoprendo che “lo spazio ottimale tra i singoli aerogeneratori è in realtà leggermente maggiore di quello attualmente predisposto”. Le pale di una turbina, infatti, possono distorcere i venti, creando vortici di turbolenza capaci di influenzare le unità più lontane. La maggior parte degli studi precedenti hanno utilizzato modelli computerizzati per calcolare l’effetto scia di una turbina su un’altra.
Grazie a simulazioni al computer su larga scala ed esperimenti su piccola scala in un tunnel del vento, il modello di Meneveau invece considera gli effetti cumulativi di centinaia di turbine che interagiscono con l’atmosfera. I ricercatori hanno così scoperto che l’energia prodotta da una centrale eolica di grandi dimensioni dipende meno dai venti orizzontali e molto invece dalla spinta delle forti correnti che provengono dalla parte alta dell’atmosfera. Usando come esempio un’unità da 5 MW Meneveau ha calcolato che la distanza ottimale tra le turbine dovrebbe essere circa 15 volte il diametro del rotore invece degli attuali sette.

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