“Le persone non vogliono tetti dall’aspetto sgraziato”, spiega Julie Blunden, che lavora presso il produttore di pannelli SunPower. La sua società, ad esempio, produce pannelli che funzionano sia con tegole piatte che con tegole convesse, molto diffuse in alcune zone della California e altri luoghi caldi, e anche Lumeta, divisione di Dri Energy, produce pannelli del genere.
Entrambe le società però utilizzano ancora il silicio, lo stesso materiale che si usava nel 1950. I progressi con un nuovo tipo di semiconduttore, il Cigs (rame-indio-gallio-selenio), promettono pannelli più sottili e più semplici da nascondere.
Per ora però, i moduli a film sottili sono meno efficienti. Nonostante siano di ideazione piuttosto recente, secondo John Langdon, della HelioVolt, si imporranno nelle applicazioni per le abitazioni, e diventeranno addirittura parte del processo di costruzione.
“I pannelli solari oggi sono come l’aria condizionata negli anni ’50… progettati per adattarsi a costruzioni già esistenti – spiega Langdon. – “Ma già nel 1960, nessuno costruiva una casa senza prima chiedersi se era opportuno dotarla di un sistema di aerazione centralizzato, e lo stesso succederà con i pannelli”.
Fino a poco tempo fa i pannelli erano spessi circa una quindicina di cm e venivano fissati sulla cima dei tetti, ma l’industria ha iniziato a comprendere che l’estetica è una delle ultime barriere da abbattere per sfondare nel mercato abitativo.
Nonostante questi nuovi modelli siamo più costosi di quelli poggiati sui tetti, nelle nuove costruzioni sono vantaggiosi, poiché il costo di installazione è ridotto e potrebbero convertire al fotovoltaico costruttori ed eventuali altri acquirenti.