(Rinnovabili.it) – Con il loro profilo a basso tenore di carbonio e le loro ricchezze naturali ben 48 paesi meno sviluppati sono ben posizionati al nastro di partenza per raggiungere prima degli altri una vera e propria economia verde. Come e perché è ben spiegato “nell’ultimo rapporto Onu”:https://www.unctad.org/en/docs/unep_unctad_un-ohrlls_en.pdf, pubblicato oggi all’inizio della Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati (LDC-IV).
La relazione, elaborata dal lavoro congiunto dell’UNEP, dalla United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) e dall’Ufficio d’alta rappresentanza per i paesi meno sviluppati, senza sbocco sul mare e delle piccole isole, dei paesi (ONU -OHRLLS), sottolinea le opportunità di sviluppo economico e umano in uno studiato processo di transizione verso la Green Economy, in questi territori. Mentre i paesi sviluppati ed emergenti devono affrontare notevoli costi nella loro ‘decarbonizzazione’, il rapporto suggerisce che per e nazioni meno sviluppate questi ostacoli possano essere evitati, mantenendo e ampliando le attività economiche sostenibili a cui già ora hanno dato vita. Un esempio è offerto dalle pratiche agricole sostenibili, da decenni praticate in questi paesi. Le nuove opportunità offerte da un’economia verde potrebbero inoltre aiutare questi paesi a soddisfare i loro obiettivi di sviluppo del Millennio. Supachai Panitchpakdi, segretario generale dell’UNCTAD ha spiegato: “Ci sono almeno quattro elementi chiave che devono essere affrontati per il successo della transizione di questi territori verso un’economia verde: in primo luogo individuando nuove fonti di finanziamento che possono essere direttamente applicate agli sforzi di transizione, in secondo luogo con la creazione di un contesto favorevole agli investimenti privati nei mercati della green economy, in terzo luogo approfittando del commercio per creare mercati globali per beni verdi dei paesi meno sviluppati e quarto, la progettazione di meccanismi nuovi ed efficaci per il trasferimento di tecnologie ecosostenibili a questi stessi paesi”.