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Pacchetto UE. L’Italia risponde: “chiarezza”

Botta e risposta fra il Ministero dell’Ambiente e l’europarlamentare Avril Dole (Ppe), relatrice di uno dei provvedimenti che costituiscono il pacchetto clima, nello specifico quello relativo alla vendita dei “diritti ad inquinare”. In seguito alle dichiarazioni del deputato irlandese che giudica ‘confuse’ le posizioni del Governo Italiano infatti, c’è stata l’immediata reazione dello stesso che, attraverso il Ministero dell’Ambiente, risponde e sottolinea come la posizione dell’Italia in realtà sia chiara, e che ciò che si chiede è una sostanziale chiarezza sui costi e sull’equità nella ripartizione degli oneri. Il Ministero si dichiara innanzitutto perplesso quanto alla valutazione dei costi effettuata dalla Commissione Europea, ritenendoli “pericolosamente sottosimati”. I dubbi scaturiti derivano sostanzialmenete dalle poche e contraddittorie risposte ricevute dalla Commissione in seguito alle 18 domande che son state formalmente rivolte dal Ministero sulla valutazione d’impatto pubblicata il 28 gennaio 2008 e sul rapporto presentato a fine settembre 2008. “Non abbiamo capito perchè la Commissione non intenda rivedere gli scenari dei costi considerato che era stata assunta nel 2007 come riferimento macroeconomico per la valutazione dei costi una crescita media del Pil dell’Ue tra il 2008 e 2020 di 2,1-2,3%” dichiara il Ministero dell’Ambiente, evidenziando, inoltre, come in riferimento all’equa ripartizione degli sforzi, l’Italia si trovi in una posizione contradditoria in base ai modelli elaborati dalla Commissione, dovendo sopportare un costo superiore di oltre il 40% della media europea, generando tuttavia emissioni pro-capite inferiori alla media europea.

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