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Oxfam: saranno milioni le vittime dei cambiamenti climatici

(Rinnovabili.it) – Attiva a fianco delle comunità locali di tutto il mondo per trovare le soluzioni a povertà e ingiustizia Oxfam International, la confederazione di 13 organizzazioni non governative, lancia oggi un allarme che non può rimanere inascoltato: nei prossimi sei anni il numero di persone colpite dalla crisi climatica è destinato ad aumentare del 54% arrivando a toccare 375 milioni di individui l’anno e minacciando seriamente di travolgere il sistema di aiuti umanitari. La causa è da ricercare in una combinazione di povertà radicata e migrazione verso zone sempre più esposte agli eventi climatici; a ciò si aggiunge il fallimento politico nell’affrontare tali rischi e un sistema umanitario non è adatto.
I dati sono stati elaborati sulla base di informazioni di catastrofi simili a partire dal 1980 e sono stati raccolti nella nuova relazione “Il diritto di sopravvivere”:https://www.oxfam.org/en/policy/right-to-survive-report, attraverso la quale Oxfam veicola la spropria richiesta ai Governi mondiali affinché approccino al problema in maniera differente, a partire da stanziamenti umanitari che si dimostrino capaci di raccogliere tale sfida. “La risposta è spesso incostante – troppo poco, troppo tardi o non abbastanza utile”, ha dichiarato il direttore esecutivo della Confederazione, Jeremy Hobbs. “Il sistema è a malapena in grado di far fronte agli attuali livelli di calamità e potrebbe essere travolto da un sostanziale aumento del numero di persone colpite. E’ fondamentale una riforma del sistema”.
Oxfam sottolinea la necessità che i paesi ricchi si impegnino ora per ridurre le emissioni di gas serra, al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della famosa soglia dei 2 °C, e per fornire almeno 50 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per aiutare i paesi poveri ad adattarsi agli inevitabili cambiamenti climatici. “Il mondo – conclude Hobbs – deve trovare un accordo globale per evitare cambiamenti climatici catastrofici, arrestare l’incostanza degli aiuti e migliorare radicalmente la modalità di rispondere alle calamità”.

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