La direttiva europea “20-20-20” chiede all’Italia un impegno del 17% del consumo finale di energia da rinnovabili, pari a 28 Mtep (milioni di tonnellate di petrolio equivalente). Si tratta di un obiettivo per il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Alessandro Ortis, che porta con sé nel medesimo tempo “una grande sfida e una grande opportunità”, entrambe “accentuate dalla negativa fase congiunturale che l’intera economia mondiale sta attraversando in questi mesi”. Ortis ha parlato così nel corso di un’audizione al Senato sottolineando come l’energia possa “contribuire a far uscire dalla crisi e le fonti rinnovabili possono rappresentare, per un Paese come l’Italia, anche una delle opportunità di rilancio di settori nuovi dell’industria e della ricerca, in funzione anticiclica”. Per ottenere ciò però precisa il presidente dell’Authority è condizione vincolante “l’indirizzare gli interventi sulle tecnologie e sui metodi di incentivazione capaci di ben coniugare efficacia ambientale, alta ricaduta sul sistema paese, corretto impatto dei costi sui consumatori finali”.Si tratta secondo Ortis di mettere in campo fino a “circa 7 miliardi di euro nel 2020” per il settore delle energie pulite, per raggiungere a quella data i 104 TWh. Altra questione da affrontare, “il ruolo rilevante e strategico che dovrebbe essere attribuito allo sviluppo dell’efficienza energetica, tra le prevalenti opportunità d’azione e di accordi internazionali a favore dello sviluppo sostenibile”. In questo contesto rapidi risultati, che si presentino vantaggiosi in termini di sicurezza, economicità e tutela ambientale, possono essere raggiunti tramite “impegni internazionali a dimensione globale, politiche europee e nazionali che puntino anche ad un utilizzo dell’energia sempre più razionale”.