Rinnovabili • Rinnovabili - Inform - Act - Share Background

“Orsi polari senzatetto” cercano asilo nella Capitale

Un gruppo di attivisti di Greenpeace ha protestato per le vie di Roma contro il riscaldamento globale. Travestiti da orsi polari portavano cartelli ''Vittima del riscaldamento globale''

(Rinnovabili.it) – Stamattina i romani si sono trovati davanti ad uno spettacolo curioso: numerosi “orsi polari clochard” erano in cerca di cibo e riparo nel traffico della Capitale (soprattutto in zona Circo Massimo, via della Conciliazione, Castel Sant’Angelo e davanti al Colosseo) e alcuni, stremati, sdraiati in terra mostravano il cartello ”Vittima del riscaldamento globale”. Si tratta dell’ennesima provocazione lanciata da Greenpeace alla vigilia del G8 con la speranza di sensibilizzare sul tema i grandi del mondo che si riuniranno a L’Aquila.
I ghiacci della calotta polare si stanno riducendo molto velocemente e gli orsi stanno perdendo la loro casa con la possibilità che scompaia totalmente per il 2030, causando di conseguenza anche l’estinzione della specie. ”La riduzione dei ghiacci artici è la principale causa di perdita dell’habitat naturale dell’orso polare, ora a rischio estinzione per effetto del riscaldamento global”, spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace.
”E’ quello che potrebbe accadere al 20-30 per cento delle specie viventi il cui rischio di estinzione – ha continuato – aumenterà se la temperatura media terrestre dovesse crescere oltre i due gradi centigradi. E oggi la scienza ci avverte che il Pianeta sta correndo verso un aumento di sei gradi al 2100!”. “Continuando così, in futuro non saremo invasi da finti orsi polari senzatetto, ma da milioni di profughi ambientali”, aggiunge Tedesco. ”Il governo italiano sta dimostrando di non aver affatto compreso la drammaticità della crisi climatica in corso, che metterà a rischio il futuro di milioni di persone: già oggi le morti nel mondo a causa dei cambiamenti climatici – ha concluso – sono circa 300 mila all’anno e i profughi ambientali potranno salire fino a 700 milioni al 2050″.