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Opec: domani si decide il taglio del petrolio

Chakib Khelil il presidente dell’Organizzazione ha dichiarato senza mezzi termini “Noi ridurremo. Di quanto? Non lo so. Questo lo decideremo domani”. E a Vienna si assisterà ad uno scontro
all’interno dell’Opec. Da una parte l’Arabia Saudita, e suoi partner moderati del Golfo, che vuole resistere alle spinte per non attuare un drastico taglio della produzione. Questo per non aggravare lo stato dell’economia mondiale e soprattutto dell’alleato Stati Uniti.
L’Arabia Saudita, che insieme agli Emirati Arabi Uniti (Eau), il Kuwait e il Qatar, assicura più della metà della produzione ufficiale dei 12 membri dell’Opec, (circa 15 milioni di barili al giorno), vorrebbe un calo della produzione tale da contenere i prezzi tra gli 80 e i 90 dollari al barile.
I duri del cartello invece, chiamiamoli anti-americani, guidati non a caso dall’Iran, (secondo produttore dell’organizzazione in termini di barili al giorno), chiedono un calo più deciso della produzione per frenare il crollo dei prezzi (più che dimezzati in qualche mese). Al suo arrivo a Vienna, il ministro iraniano del petrolio, Gholam Hossein Nozari, ha dichiarato che si potrebbe stabilizzare il mercato con un calo di due milioni di barili al giorno.
Al contrario l’economista saudita, Abdelwahan Abou Dahech ha commentato: “Penso che il massimo di quello che l’Arabia Saudita è pronta a fare è di ritirare i barili supplementari che aveva cominciato a pompare quest’estate per calmare i mercati” . Infatti Ryad allora aveva incrementato la propria produzione di 500.000 barili al giorno, come conseguenza della pressione dei paesi occidentali colpiti dall’aumento dei prezzi.

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