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ONU: investire 2mila mld l’anno nelle tecnologie verdi

(Rinnovabili.it) – Il mondo ha bisogno di quasi 2mila miliardi di dollari l’anno in investimenti diretti alle tecnologie verdi se vuole evitare una catastrofe globale. A sostenerlo è il rapporto annuale del DESA il dipartimento di Economia e Affari Sociali delle Nazioni Unite presentato oggi a Ginevra. “Nei prossimi 30 o 40 anni, l’umanità dovrà intraprendere cambiamenti tecnologici fondamentali nei processi produttivi, paragonabili a quelli delle prima rivoluzione industriale”, spiega la relazione. L’ONU stima che nei prossimi 40 anni saranno necessari *1.900 miliardi dollari l’anno* per incrementare le _green technologies,_ di cui *1.100 miliardi solo nei paesi in via di sviluppo,* per soddisfare le loro necessità alimentari ed energetiche in rapido aumento. Ma allo stato attuale però la situazione è ben lungi dal poter essere ritenuta sufficiente per affrontare queste sfide. Negli ultimi due anni, *i fondi per il cambiamento climatico* gestiti dalla Banca Mondiale hanno *erogato circa 20 miliardi di dollari*, una ridotta frazione della somma necessaria alle economie emergenti per mettere a punto, ad esempio, impianti produttivi verdi, tecniche agricole sostenibili e tecnologie che aiutino a ridurre la produzione di rifiuti non biodegradabili.

*UN’AZIONE URGENTE* Le crescenti pressioni ambientali rendono il lasso di tempo per questa rivoluzione tecnologica molto breve. La capacità dell’ambiente globale di rispondere alla crescita delle attività umane ha raggiunto i suoi limiti, avverte il rapporto, redatto in preparazione della conferenza di Rio 20. “E’ urgente che si inneschi una transizione energetica globale, estesa a tutto il mondo, per evitare una catastrofe globale di prima grandezza”, ha affermato Sha Zukang, Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite. “Il _business as usual_ non è più un’opzione”, gli fa eco Rob Vos, autore principale del rapporto. “Anche se fermassimo ora i motori della crescita, l’esaurimento delle risorse e l’inquinamento del nostro ambiente naturale continuerà a causa degli attuali metodi di produzione e di consumo”.

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