Una serie di programmi dell'Onu a favore dell'integrità del pianeta a partire dalla lotta all'erosione costiera, alla salvaguardia del patrimonio forestale e all'ampliamento delle zone agricole, per rimediare al degrado in gran parte dovuto al global warming
(Rinnovabili.it) – Cambiamenti non solo climatici colpiscono l’Africa, anche morfologici. E’ il caso delle coste dell’Africa occidentale che sono lentamente, ma inesorabilmente oggetto dall’erosione innescata dalla crisi del clima. Si tratta di zone costiere che rappresentano una fonte vitale per la sopravvivenza di milioni di persone e per il loro lavoro in settori fondamentali come la pesca e il turismo.
Dall’Onu é partito quindi un programma d’emergenza per salvaguardarle da questo catastrofico fenomeno, nel tentativo di invertire la tendenza almeno nelle isole di Capo Verde, in Gambia, in Guinea-Bissau, in Mauritania e in Senegal.
Prima tappa la Guinea Bissau.
”Secondo la mia esperienza non penso che le popolazioni siano in generale consapevoli della questione dei cambiamenti climatici – è il parere di Isabelle Niang, che coordina il programma delle Nazioni Unite nella regione – anche se poi sono testimoni della modifica delle aree costiere”
Inoltre queste coste africane sono ricche di una varietà di ecosistemi (vedi le mangrovie, zone umide, barriere coralline e lagune) con specie di pesci, tartarughe, crostacei e, aree indispensabili nella rotta d’emigrazione degli uccelli.
Tale azione contro la corrosione delle coste segue l’altro programma per salvare le ricchezze della terra, la lotta alla deforestazione “Un-Reducing emissions from deforestation and forest degradation” (Un-Redd) rivolta ai paesi più poveri, ha nell’obiettivo immediato quattordici paesi e poi in un’altra ventina. L’operazione, finanziata in parte dai paesi stessi (ad esempio la Danimarca ha stanziato 2 milioni di dollari) con la partnership di Fao, Unep e Undp, nel primo anno ha deciso un finanziamento di oltre 37 milioni di dollari. La una stima per la riduzione delle emissioni, grazie all’iniziativa Un-Redd, dovrebbe “valere” 30 miliardi di dollari l’anno.