La Regione Emilia-Romagna ha predisposto – e reso consultabile sul web – la Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2009. “La conoscenza dei dati sulla salute dell’ambiente e la comprensione delle relazioni complesse tra i differenti fattori che la determinano – ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente e alla riqualificazione urbana Sabrina Freda – rappresentano una componente indispensabile, un primo passo per orientare le politiche e l’azione strategica regionali”.
La relazione sviluppa e presenta la sua analisi attraverso i cosiddetti “indicatori ambientali”, utilizzando il modello “Determinanti/Pressioni/Stato/Impatti/Risposte (DPSIR)”, analogo a quello adottato da alcuni enti nazionali ed europei, come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex APAT) e l’Agenzia europea per l’Ambiente (AEA).
Questa terza Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Emilia-Romagna si propone di rappresentare il complesso insieme delle tematiche ambientali, mettendo a disposizione dei cittadini, in modo fruibile e confrontabile, le numerose informazioni disponibili. In particolare, il rapporto ci consegna un quadro caratterizzato da luci ed ombre, che danno comunque conto di un’azione di governo fruttuosa (e della necessità di rafforzarla ulteriormente). Un impegno che richiede di combinare l’attività di regolazione, con gli interventi economici e con una forte e convinta consapevolezza di tutta la società regionale.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si riducono drasticamente in regione le emissioni di molti inquinanti atmosferici primari, quali monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene, portando ad un generale miglioramento. Tuttavia, non si rilevano, nel lungo periodo, diminuzioni sostanziali dei valori rilevati delle concentrazioni di biossido di azoto e ozono, con il conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Per il PM10, si registra un progressivo adeguamento della media annuale su valori prossimi al limite della protezione della salute umana, ma permangono, almeno a livello del territorio urbanizzato, situazioni di criticità in relazione al superamento dei limiti previsti dalle direttive comunitarie relativamente alla media giornaliera.
Relativamente ai corsi d’acqua regionali (acque superficiali), gli obiettivi fissati dal Piano di Tutela delle Acque (2005) sono quasi sempre soddisfatti in chiusura dei principali bacini montani, così come nelle stazioni di valle in prossimità delle chiusure di bacino, relativamente alle province emiliane da Piacenza a Modena, con miglioramenti apprezzabili su diverse aste fluviali. Per le altre province della regione, si mantiene stabile uno stato di qualità “scadente”, imputabile anche alle gravi condizioni meteoclimatiche che si sono verificate negli ultimi anni.
La situazione delle acque sotterranee evidenzia un leggero incremento percentuale delle stazioni di misura con stato “particolare”, così definito per la presenza di sostanze di origine naturale quali ferro, manganese e ione ammonio, una riduzione del 5% per le stazioni in stato “buono”, mentre rimangono pressoché costanti quelle in stato “sufficiente” e “scadente”.
Infine, per le acque marino costiere, dopo alcuni anni caratterizzati da un lieve miglioramento, culminati, in particolare, nel 2007 con un valore medio annuo dell’indice TRIX di 4,96, corrispondente ad uno stato “Buono” della risorsa, nel 2008 il valore medio annuo del TRIX risale leggermente a 5,43, attribuendo uno stato di qualità “Mediocre” alle acque marino costiere della regione Emilia-Romagna.
La produzione regionale di rifiuti urbani (dati aggiornati al 2008) è ancora in leggera crescita rispetto all’anno precedente: nel 2008 ha raggiunto circa 3 milioni di tonnellate, corrispondente ad una quota pro capite di 695 kg per abitante. Tuttavia, si sottolinea come la raccolta differenziata di rifiuti urbani nel 2008, a livello regionale, ha interessato 1.367.291 tonnellate, per una percentuale corrispondente al 45,4% del totale prodotto, raggiungendo l’obiettivo previsto dal D. Lgs. 152/2006.
In regione, complessivamente, il territorio tutelato per la protezione della biodiversità supera il 13%, con punte particolarmente elevate in provincia di Ferrara (22,66%), di Ravenna (15,15%) e Reggio Emilia (13,23%).