Le recenti proiezioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change hanno messo in guardia contro un aumento della temperatura fino a 6 C° nel corso di questo secolo, con ovvie ricadute sullo stato di salute, sulla nutrizione e la sicurezza alimentare ed idrica. In previsione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre, dedicata al tema “Approvvigionamento alimentare mondiale: le sfide del cambiamento climatico e della bioenergia”, l’Organizzazione Mondiale della Sanità Ufficio Europeo (OMS Europa), l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), e l’Organizzazione per gli Alimenti e l’Agricoltura (FAO) hanno organizzato oggi seminario dal titolo “Cambiamento climatico e impatti sanitari su cibo, acqua e nutrizione”. L’incontro è stato l’occasione per studiare, a livello europeo, iniziative efficaci nella lotta il riscaldamento globale e per mandare un importante avvertimento. Secondo quanto affermano le tre organizzazioni in una nota congiunta il costo globale del cambiamento climatico potrebbe costare fino al 5% del prodotto interno lordo mondiale entro la fine di questo secolo a causa degli effetti che si ripercuoteranno su salute, produzione e approvvigionamento di cibo, sicurezza alimentare e rifornimento idrico. Soltanto in Italia, spiegano OMS, FAO e EFSA, le precipitazioni sono diminuite del 14% negli ultimi 50 anni e si prevede in questo secolo un aggravamento della siccità e una riduzione dell’approvvigionamento idrico, soprattutto nel Sud. “Il Mediterraneo – dichiarano – è un punto focale riconosciuto per il cambiamento climatico. La regione è già caratterizzata da scarsità di risorse idriche, che sono anche distribuite in maniera ineguale tra i Paesi. Con il cambiamento climatico, è probabile che l’area subisca una diminuzione del 25% delle piogge invernali”.