La situazione è grave, e ovviamente saranno i paesi più poveri a subirne le sofferenze maggiori, ma comunque tutto il mondo è chiamato a fronteggiare questa tragica emergenza
Il “climate change” mette a rischio due miliardi di vite umane con ripercussioni gravi per le coltivazioni e la biodiversità. Questo è l’allarme che arriva in occasione della “Giornata mondiale dell’alimentazione” prevista domani dall’Ufficio Europeo dell’OMS, dalla FAO e dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.
Queste catastrofiche previsioni sono dovute, tra l’altro, all’amuento della temperatura media della superficie terrestre: circa 0.74 gradi negli ultimi 100 anni. E in Europa potrebbe verificarsi un aumento tra i 3 e i 6 gradi entro il 2100. Soprattutto nel Mediterraneo.
“È la zona calda dell’Europa – illustra Francesca Racioppi dell’OMS – Le risorse idriche sono già scarse e mal distribuite tra i vari Paesi. Il cambiamento climatico potrebbe ridurre del 25% le piogge invernali in quest’area”. A cascata si pone poi la questione della malnutrizione, problema già in atto tra i Paesi dell’Est, (con 60 milioni di persone o in assoluta povertà).
“Di questo passo – dichiara Ezzeddine Boutrif della FAO – verranno traditi gli obiettivi del millennio, ovvero dimezzare il numero di malnutriti entro il 2015”. Vanno infine considerate anche altre conseguenze come le malattie parassitarie degli animali, l’uso di pesticidi nelle colture alimentari e il problema dei biocarburanti, di cui si discute ormai a livello mondiale.