Giornate decisive per la politica sul clima e l’energia nella Comunità Europea. Al meeting lussemburghese il ministro Prestigiacomo riproporrà la stessa posizione espressa da Berlusconi a Bruxelles: la contestazione dei tempi e modi di applicazione e il conseguente rinvio dell’entrata in vigore del “pacchetto” proposto dalla Commissione Ue. Insisterà quindi ancora nel chiedere una revisione dei costi a carico del sistema industriale, in merito alle diminuzioni alle emissioni di CO2, che Berlusconi (come d’altronde la Confindustria) ritiene più penalizzanti per l’industria italiana, rispetto a quelle di altri Paesi.
La Prestigiacomo ripete quanto già dichiarato negli ultimi giorni in relazione al fatto che è “sicura delle cifre italiane anche perchè la base di partenza è – sempre secondo la sua tesi – proprio quella dell’Unione europea”.
E, rispondendo allo stesso modo dell’altro ministro berlusconiano, la Gelimini, di fronte alle contestazioni sui tagli alla scuola, sottolinea: “Francamente non abbiamo capito le polemiche”.
E conclude che comunque è arrivata a questa riunione armata di buone intenzioni: “deve aprirsi finalmente un negoziato vero che ha bisogno di profondi cambiamenti”. Il ministro si è detto pieno “di buona volontà per collaborare”.