Sì dal Senato ad una nuova imposta sugli impianti fotovoltaici superiori ai 30 kW di potenza. E il settore nazionale insorge
(Rinnovabili.it) – Il Senato ceco ha approvato in questi giorni un nuovo testo normativo con cui il Paese si appresta ad introdurre nuove gabelle nei confronti dei produttori energetici. La legge, che per entrare in vigore nel 2011 dovrà aspettare la firma del presidente Václav Klaus, prevede l’inserimento di una tassa del 26% sulle entrate per il comparto energetico fotovoltaico nei prossimi tre anni e impone un 32% sui crediti di carbonio assegnati alle aziende attive nella generazione elettrica da carbone per i prossimi due anni. A dover temere la nuova imposta saranno però solo gli impianti di produzione solare che sono inclusi nel tasso fisso del nuovo feed-in-tariff ceco per un periodo di 20 anni, escludendo tutte le istallazioni integrate sugli edifici e i tetti solari con una capacità inferiore ai 30 kW. Si tratta di una misura retroattiva in quanto andrà a colpire anche tutti gli impianti a terra costruiti tra il 2009 e il 2010 sul territorio nazionale.
I proventi delle tasse saranno utilizzati per ridurre l’aumento dei prezzi domestici e industriali dell’energia elettrica per il prossimo anno; e se ci si aspetta un’accoglienza favorevole da parte dei consumatori tutt’altra faccenda è ovviamente la reazione degli investitori. La notizia è stata, infatti, accolta freddamente dalle associazioni fotovoltaiche nazionali che stanno condannando aspramente questa decisione che, anche per il carattere retroattivo, andrebbe inevitabilmente a minare la fiducia e ad interferire con le legittime aspettative degli operatori.
Eleni Despotou, Segretario Generale di EPIA, ha dichiarato: “Il settore fotovoltaico condanna all’unanimità il provvedimento, gli investitori hanno basato la loro fiducia sulla stabilità che il regime tariffario assicura dal momento che è garantito per legge. La decisione interromperà chiaramente la loro fiducia”.