Eliche minuscole da collegare alla bici per riscaldare il manubrio nelle giornate invernali o impianti da integrare ai tralicci della rete elettrica per annullare l’impatto ambientale. Nella mente dei designer l'energia del vento è in continua evoluzione
Da che parte soffia il vento? Per saperlo basta chiederlo alle nuove leve del design, in grado di immaginare l’energia eolica, così come la sostenibilità in genere, in forme e contesti sempre diversi, per richiamare l’attenzione del pubblico e al tempo stesso dare soluzioni semplici a problemi contingenti.
Ne è un fulgido esempio l’eco-gadget pensato dall’industrial designer Chang-won Kim che, rifacendosi al concetto dei “guanti riscaldanti”, impiega l’energia del vento per tenere caldi manubrio e sellino della bicicletta.
Il sistema consiste una semplice micro turbina a tre pale da montare ad incastro su un minuscolo generatore fisso sul davanti della bici; sfruttando soprattutto il vento apparente (ovvero quel vento percepito solo dall’osservatore in movimento) l’apparecchio produrrebbe elettricità – il condizionale è d’obbligo trattandosi ancora solo di un concept – convertita in calore a livello delle resistenze presenti nella sella e nelle manopole. Oltre a mantenere le mani calde, le pale della turbina sarebbero rivestite anteriormente di nastro catarifrangente per riflettere la luce di veicoli ed assicurare così visibilità notturna.
Pensano decisamente più in grande gli architetti Nicola Delon e Julien Choppin e l’ingegnere Raphaël Ménard, vincitori del premio “Wind-it” all’interno della Next Generation Design Competition, la gara annuale organizzata a partire dal 2003 dal Metropolis Magazine. Seguendo il tema ispiratore per il 2009 – “Curare la nostra dipendenza energetica” – il team parigino si è aggiudicato il riconoscimento con un’interessante proposta: istallare le turbine degli aerogeneratori nei piloni dell’alta tensione.
Ciò che è detrattori dell’eolico rimproverano da sempre a questa tecnologia è l’impatto ambientale, oggi anche una delle maggiori sfide alla sua espansione, ma l’integrazione eolica in tralicci elettrici di per sé già esistenti manterrebbe inalterato il paesaggio offrendo inoltre due ulteriori vantaggi: per prima cosa si ridurrebbero i costi di istallazione in quanto le pale andrebbero ad essere istallate su strutture già montate e in secondo luogo la co-localizzazione faciliterebbe il collegamento tra l’elettricità prodotta e la rete di trasmissione. In base alle statistiche riportate dai progettisti le turbine sarebbero in grado di produrre, se installate almeno su un terzo delle torrette presenti oggi sul territorio francese, il 5% del fabbisogno elettrico del Paese, rivaleggiare dunque con la produzione di due reattori nucleari. Ovviamente ci sarebbero dei problemi tecnici da risolvere, molte infrastrutture sono vecchie e l’integrazione eolica richiederebbe un rinforzo strutturale complesso, ma non sarebbe male guardare già ad un futuro di nuovi tralicci ibridi pensati così ancor prima di essere realizzati.