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Nucleare, via libera dal Cdm al decreto per i siti

(Rinnovabili.it) – Luce verde per il decreto legislativo inerente i criteri per la localizzazione dei siti nucleari. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato oggi in via definitiva il testo che definisce le linee guida per la messa in opera degli impianti in base divengono effettive le date dell’avvio dei lavori di costruzione per il 2013 e dell’inizio della produttività dal 2020. Il quadro normativo così definito individua i criteri generali per l’idoneità dei territori ad ospitare un impianto, territori che spetterà alle imprese interessate indicare.
“Il processo – si legge in una nota stampa del Ministero dello Sviluppo – si basa sull’ *Autorizzazione unica* per la realizzazione e l’esercizio di ogni singolo impianto, che prevede un massiccio coinvolgimento delle Regioni interessate”.
La partecipazione delle Regioni così come degli enti locali
e delle popolazioni sarà stimolata anche attraverso consultazioni, sulle procedure autorizzative, sulla realizzazione, sull’esercizio e sulla disattivazione degli impianti nucleari, così come sulle misure di protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione e la salvaguardia dell’ambiente.
In merito ai costi di smantellamento degli impianti a termine esercizio si prevede siano a carico degli stessi operatori che hanno realizzato le stesse installazioni, per il tramite di un apposito fondo ed effettuato dalla Sogin. “Il decreto – continua il comunicato – prevede la creazione di un deposito nazionale realizzato in un più ampio Parco tecnologico che conterrà anche un centro di ricerca sul trattamento delle scorie nucleari”.
Verrà poi istituita l’Agenzia per la sicurezza nucleare e la predisposizione della strategia nucleare a cui dovranno far capo colori i quali sono interessati alla progettazione di una centrale. Nell’attesa del parere della Conferenza Unificata Ermete Realacci, responsabile green economy del PD, commenta così l’approvazione del “Ritorno al nucleare”: “Con il provvedimento approvato oggi si confermano tutti i limiti del nucleare di Berlusconi, un forte impegno dello Stato che stravolge il mercato elettrico, fino a prevedere una campagna di propaganda pro-nucleare; espropriazione dei territori e delle regioni sulla scelta dei siti, tema su cui lo stesso Consiglio di Stato ha espresso un parere critico e su cui si attende la decisione della Corte Costituzionale per il ricorso presentato dalle regioni contrarie al nucleare; aumento dei costi dell’energia che ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani, che già oggi ogni anno pagano 400 milioni di euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare”.

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