Rinnovabili

Nucleare pulito: sarà vero?

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad una crescente proliferazione della parola “nucleare pulito”: il leader UDC, Pierferdinando Casini, esorta l’Italia a perseguire la via dell’atomo; il Ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, dichiara “entriamo con tutti e due i piedi nella ricerca del nucleare di nuova generazione”; gli fa eco il Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che dice “se la ricerca è su un nuovo tipo di nucleare da fusione, quello non radioattivo e senza uranio, ma viva dio”; persino il noto ambientalista James Lovelock, autore della teoria di “Gaia”, si schiera a favore dichiarando che “Nucleare è naturale”.
Ma di cosa si sta parlando? Lo abbiamo chiesto ad Alex Sorokin, ingegnere nucleare con un trascorso da progettista di centrali nucleari; sentiamo cosa ci ha detto.

Giacomo Di Nora – *Il dibattito sul nucleare è recentemente tornato prepotentemente di moda. Oramai ovunque si parla dei vantaggi del cosiddetto “nucleare di quarta generazione”. Ma cos’è realmente?*
*Alex Sorokin* – Si tratta di una collaborazione internazionale su 6 idee progettuali lanciati nel 2000 dal Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti per lo sviluppo di nuovi tipi di reattori per le centrali nucleari che, secondo i proponenti, potrebbero andare in servizio dopo il 2030. Le 6 idee progettuali sono:
• GFR (Gas-cooled Fast Reactor), reattore veloce raffreddato a elio;
• LFR (Lead-cooled Fast Reactor), reattore veloce raffreddato a piombo;
• MSR (Molten Salt Reactor), impiega nel reattore una mistura di combustibile costituito da fluoruri di uranio e plutonio circolante in fluoruro di sodio e zirconio;
• SFR (Sodium-cooled Fast Reactor), reattore veloce raffredato a sodio liquido;
• SCWR (SuperCritical Water-cooled Reactor), reattore raffreddato ad acqua in condizioni sopra il punto critico (temperatura 374°C alla pressione di 221 atmosfere);
• VHTR (Very High-Temperature gas Reactor) è un reattore termico moderato a grafite, refrigerato a elio, che può raggiungere anche i 1.000°C.

GDN – *Come si pone tale nuova generazione nei confronti di alcuni aspetti cruciali: sicurezza degli impianti, scorie, dismissione, costi?*
*AS* – I proponenti della IV° generazione sono consapevoli che, per avere futuro, il nucleare deve risolvere questi suoi problemi. Ovviamente i proponenti dichiarano di volerli affrontare e risolvere. C’è chi crede che lo sviluppo tecnologico sarà in grado di risolvere tutti i problemi del nucleare. Personalmente, conoscendo i principi di fisica nucleare alla base della tecnologia, non vedo all’orizzonte un approccio o idea in grado di offrire una soluzione ai grandissimi problemi in questione. E comunque, se mai sarà possibile trovare delle soluzioni, ci vorrà certamente ancora molto tempo

GDN – *E sul delicato aspetto della proliferazione?*
*AS* – È un problema politico e non tecnologico. Più la tecnologia nucleare si diffonde, più diventa difficile controllarla ed impedire il suo impiego per fini non-pacifici. Già negli anni ‘70, molto prima dell’incidente di Chernobyl, Klaus Traube, ingegnere nucleare ed ex dirigente di KWU/INTERATOM (principale industria nucleare in Germania) descriveva la necessità di predisporre procedure di sicurezza per la protezione degli impianti nucleari da stato totalitario.

GDN – *Cosa pensa della scelta italiana di non dotarsi di centrali nucleari ma di partecipare al gruppo di ricerca Global Nuclear Energy Partnership, anche se solo in qualità di osservatore?*
*AS* – Il “Global Nuclear Energy Partnership (GNEP)” è una partnership internazionale costituita nel febbraio 2006 sempre dal Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, per il riprocessamento del combustibile nucleare esausto allo scopo di rendere utilizzabile il plutonio estratto dalle scorie per scopi civili e non militari. Trovo utile che l’Italia, quale nazione che non utilizza l’energia nucleare, partecipi a programmi di ricerca del genere, proprio in qualità di Paese osservatore.

GDN – *A suo parere, ha senso oggi, vista la scarsità delle risorse economiche, convogliare grandi quantitativi di denaro verso la ricerca in questa tecnologia? Non c’è il rischio di un forte sbilanciamento delle risorse a favore della ricerca sul nucleare a tutto svantaggio, ad esempio, delle fonti rinnovabili?*
*AS* – Non è un rischio. È un dato di fatto che finora le risorse impiegate a favore della ricerca sul nucleare sono state di gran lunga superiori a quelle per le fonti rinnovabili. E purtroppo in Italia anche i fondi per le fonti rinnovabili sono stati dirottati verso destinazioni tutt’altro che rinnovabili, provocando il forte ritardo dell’Italia in questo settore.

GDN – *Quale potrebbe essere la “ricetta” energetica per il futuro? Il nucleare potrebbe far parte del mix energetico?*
*AS* – Il nucleare civile ha 3 grandi problemi finora irrisolti:
• la sicurezza delle centrali e della filiera industriale;
• lo smaltimento delle scorie ad alta pericolosità per migliaia di anni;
• il rischio di proliferazione e la vulnerabilità del nucleare rispetto ad azioni di terrorismo e guerra;
Finché questi problemi non sono risolti in modo affidabile, il nucleare non offre una soluzione al problema energetico. Inoltre, l’incalzare del cambiamento climatico richiede interventi rapidi ed efficaci entro i prossimi 10anni. Non c’e tempo. Il nucleare non farebbe in tempo a risolvere il problema, mentre le tecnologie dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sono pronti e disponibili da subito. Le esperienze in Germania, Giappone, Spagna dimostrano che basta avere la volontà politica e definire le regole in modo da creare condizioni di mercato adatte. In Germania gli occupati nel settore nucleare sono 38.000, mentre il settore delle fonti rinnovabili conta oggi 235.000 posti di lavoro.

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