La Toscana non accetta che il Governo possa decidere da solo dove collocare nuovi impianti nucleari nel caso in cui non si raggiunga un’intesa con gli enti locali. La legge 99/2009 (‘Disposizioni per lo Sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia’) dà all’Esecutivo questa possibilità, ma Toscana, Piemonte e Liguria hanno scelto di presentare ricorso alla Corte Costituzionale partendo dal presupposto che l’energia secondo la Costituzione italiana è materia concorrente, dunque coinvolge anche le competenze regionali, e che per questo l’intesa con le Regioni è imprescindibile.
«Questo ricorso si è reso necessario – spiega l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – perché la legge viola la Costituzione. Non è accettabile che, in assenza di un’intesa con la Regione, il Governo preceda a prescindere violando, così, le competenze regionali. Siamo davanti ad una legge che non solo va contro le scelte energetiche fatte dalla Toscana, che nel suo Piano energetico regionale ha ribadito il no al nucleare e il suo impegno per diffondere il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, ma che è apertamente anticostituzionale».
L’articolo 25 della legge 99/2009 prevede che la costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per la messa in sicurezza di rifiuti radioattivi e tutte le opere connesse siano soggetti ad un’autorizzazione unica rilasciata dal Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e con il Ministro delle infrastrutture e trasporti, in intesa solo con la Conferenza unificata.
Gli enti locali sono chiamati a dare pareri al termine di un procedimento al quale partecipano le Amministrazioni interessate, ma non sono previste intese vincolanti tra livello centrale e territorio. E’ inoltre previsto che il Governo possa sostituirsi a Regione ed enti locali in caso di loro disaccordo sulla localizzazione scelta per gli impianti.