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Niente di nuovo dal fronte di Bangkok

Le ultime battute alle discussioni del summit Onu di Bangkok, fanno registrare qualche passo avanti, ma nessun impegno concreto e condiviso per arrivare pronti alla Conferenza di Copenhagen

(Rinnovabili.it) – “Tutti gli ingredienti per il successo sono qui sul tavolo e ciò che dobbiamo fare adesso è un passo indietro nei nostri interessi personali e lascia prevalere l’interesse comune” ha sintetizzato diplomaticamente Yvo de Boer, capo del segretariato delle Nazioni Unite Climate Change, durante un conferenza stampa.
Certo i colloqui hanno compiuto alcuni progressi, ad esempio sul modo per aiutare i paesi più poveri ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici, in merito al trasferimento di tecnologie di energia pulita per aiutare le nazioni più povere e le loro economie e sui meccanismi per raccogliere i fondi necessari.
Siamo quasi alla fine di due settimane di colloqui per stabilire una strategia valida per tutte le nazioni nella lotta contro il cambiamento climatico, ma secondo l’Onu i leader delle delegazioni non hanno mostrato l’ambizione necessaria per raggiungere un accordo condiviso che freni la crescita del riscaldamento del pianeta e tagli le emissioni di carbonio.
“Out of Bangkok vi sono stati progressi nei colloqui ragionevoli, ma solo in questa sede sarà chiaro se siamo davvero disposti a raggiungere il successo a Copenaghen. Qui si richiedono impegni concreti che devono essere assunti prima da parte dei leader del mondo”, ha detto Duncan Marsh, direttore di “The Nature Conservancy’s” della politica climatica internazionale.
Oltre al problema dell’aiuto alle nazioni più povere si pone quello dei 37 paesi più industrializzati che vorrebbero riscrivere le regole di Kyoto o sostituirlo con un altro accordo. Ma i negoziatori stanno cercando di trovare anche il modo per portare gli Stati Uniti (che a Kyoto non firmarono) ad impegnarsi per ridurre le emissioni a partire dal 2013, dopo la fine della prima fase di Kyoto.
E indispensabile per i negoziatori sarà condurre in porto accordi pratici e politici per quando si incontreranno il prossimo mese a Barcellona. Dopo i colloqui nella capitale thailandese, qualche passo avanti sembra sia stato fatto, ma le nazioni hanno bisogno ancora bisogno di anteporre l’interesse generale a quello personale affinché sia possibile suggellare a Copenhagen un accordo concordato e condiviso entro dicembre.

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