Il programma che gli Stati Uniti si sono prefissi, quello di generare una parte dell’energia prodotta nei confini nazionali da fonti rinnovabili, come energia solare ed eolica, non sarà particolarmente costoso per i consumatori. È quanto si legge nel nuovo rapporto “Weighing the Costs and Benefits of State Renewable Portfolio Standards” del Doe (Dipartimento Statunitense di Energia), pubblicato mercoledì dalla Lawrence Berkeley Laboratory. Gli stati americani hanno rinnovato il loro impegno, noto come standard dell’offerta delle rinnovabili. Ventitre di essi hanno stabilito nuovi obiettivi in questo settore. Il New Mexico è stato l’ultimo modificare i suoi standard, prevedendo di arrivare al 15% di energia da rinnovabili entro il 2015 e al 20% al 2020, contro il precedente 10% al 2011. Altri stati hanno proposto di inserire nelle loro legislazioni i costi derivanti dagli obiettivi sulle rinnovabili.
Lo studio sintetizza tutti i report pubblicati dagli stati Usa sull’impatto che questi obiettivi potrebbero avere sulla bolletta energetica, evidenziando la possibilità di un incremento medio al massimo di 40 centesimi di dollaro al mese. Ryan Wiser, uno degli autori del rapporto del Doe, ha rivelato un certo grado di scetticismo, dichiarando duramente che la metà di questi report sono stati elaborati dagli “avvocati” di questi progetti, inclusi i gruppi ambientalisti. Uno degli obiettivi dello studio, ha aggiunto Wiser, è di identificare i punti che devono essere migliorati. Nel rapporto di Berkeley, inoltre, si utilizzano studi derivanti dai gruppi che rappresentano l’industria delle utility, come la ICF Consulting di New York. (fonte Reuters)