Immagazziare la neve e utilizzarla in estate per fornire il raffrescamento evitando così il consumo di petrolio e l'immissione in atmosfera di ingenti quantità di CO2. La cittadina giapponese di Bibai si mette a disposizione per la sperimentazione della nuova eco-tecnologia
(Rinnovabili.it) – A volte sfruttando le potenzialità della natura possiamo dar vita a bizzarre ed allo stesso tempo utili equazioni. Nell’isola giapponese di Hokkaido, ad esempio, avere un copioso manto nevoso in inverno significherà disporre di locali refrigerati in maniera naturale durante la stagione calda.
Il progetto pilota verrà sperimentato nella cittadina di Bibai, dove trentamila abitanti hanno dato l’ok affinchè i ricercatori testino il sistema per lo sfruttamento in estate dell’acqua gelata incamerata in inverno, come fosse il carburante dei nuovi condizionatori. Si prevede quindi lo stoccaggio della neve in magazzini dove poter conservare cibi e bevande per poi sfruttare le basse temperature anche per alimentare i sistemi di raffrescamento attraverso esalazioni fredde sprigionate dalla massa ghiacciata, meccanismo che in questo momento è attivo già presso diverse scuole, ospedali ed edifici presenti sull’isola.
E’ un sistema ecologico ed economico che evita l’impiego di combustibili fossili per l’alimentazione dei refrigeratori e dei sistemi di condizionamento oltre che dei gas serra, come nel caso degli idrofluorocarburi (HFC). Secondo le stime dei ricercatori conservare l’equivalente di una tonnellata di neve permetterà di evitare l’impiego di 10 litri di petrolio e l’emissione di 30 chili di CO2. Nel caso particolare della cittadina di Bibai le previsioni parlano di una media annuale di 4500 tonnellate di neve utilizzata equivalente a 45mila litri di petrolio e 135 chili di CO2 evitata.
L’esperimento è attualmente in corso anche in altre zone dell’isola, come ad esempio l’aeroporto di “Chitose”:https://www.rinnovabili.it/giappone-neve-per-raffrescare-laeroporto-di-chitose-701883.
Attualmente però il Giappone non è l’unico paese ad avere in piedi sperimentazioni di questo genere. Un altro esempio fortunato viene dalla Svezia dove l’ospedale di Sundsvall aziona i propri impianti di raffrescamento stoccando durante l’inverno circa sessantamila metri cubi di neve.