(Rinnovabili.it) – Dal punto di vista animalista si presenta come un progetto discutibile, ma sul fronte della ricerca energetica potrebbe in qualche modo spianare la strada ai biocarburanti di seconda generazione, facilitandone la messa in produzione su larga scala. Un gruppo di ricercatori del Joint Genome Institute federale sta studiando gli enzimi contenuti nel tratto digestivo dei ruminanti alla ricerca dei perfetti canditati per la processazione della cellulosa in etanolo. In uno studio pubblicato giovedì sulla rivista Science, i genetisti dell’Istituto hanno descritto il modo in cui hanno incubato chirurgicamente all’interno dello stomaco di una mucca un sacco contenente panico verga e come da questo abbiano trovato circa 27.700 “geni candidati” in grado di degradare in modo efficiente la struttura cellulosica negli zuccheri elementari che la compongono.
I ricercatori non sono riusciti a scoprire il mix di enzimi più efficiente per digerire l’erba e le altre piante non alimentari, ma sono comunque stati in capaci di ridurre attraverso il sequenziamento del DNA il numero apparentemente infinito di combinazioni proteiche.
“Le mucche e i microbi nel loro rumine hanno avuto milioni di anni per ottimizzare le capacità digestive”, spiega Eddy Rubin, autore principale dello studio e direttore del Joint Genome Institute. “Noi stiamo solo cercando di copiare quello che loro hanno sviluppato in milioni di anni di prove ed errori”. “La gente ha studiato questi batteri per anni – conclude Rubin – ma questa è la prima volta che i geni e genomi dei microrganismi del tratto digestivo bovino vengono analizzati così intensivamente impiegando le più recenti tecnologie di sequenziamento del DNA e le alte performance del calcolo informatico per analizzare la massiccia quantità di dati”.