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Nei rifiuti organici la promessa energetica europea

L'analisi condotta dalla Frost&Sullivan rivela un fiorente mercato europeo nella generazione di energia da rifiuti organici. Complice la normativa favorevole la Germania continua a detenere il primato europeo, ma molte realtà si dimostrano in ascesa

(Rinnovabili.it) – Ridurre i rifiuti organici utilizzandoli come combustibile per la generazione di energia sembra a molti governi un’ottima soluzione nella lotta al cambiamento climatico capace di garantire, allo stesso tempo, la fornitura dell’elettricità di cui ha bisogno la popolazione. A seguito di questa presa di coscienza sono andati mano a mano aumentando i progetti per la realizzazione di questo genere di impianti con la conseguente crescita del mercato, ormai sempre più competitivo, e rivelando un particolare interesse da parte del panorama italiano dove si stanno sviluppando notevoli possibilità di crescita.
A seguito di uno studio condotto da Frost&Sullivan è stato stimato che il mercato europeo degli impianti per la gestione dei rifiuti organici, attualmente il maggiore al mondo, raggiungerà entro il 2016 i 3,6 miliardi di dollari di fatturato. Attualmente la quota maggiore è rappresentata dalla Germania, che si occupa del comparto per il 76,8% del totale europeo, successo reso possibile anche grazie alle politiche governative di sostegno.

In altre nazioni il settore sta invece muovendo i primi passi: “In Asia, nel Nord e nel Sud America il mercato degli impianti ad energia da rifiuti organici continua ad essere sottosviluppato per tre ragioni fondamentali. Primo, i governi di queste regioni non hanno ancora introdotto politiche a supporto delle ecoenergie e del biogas. Secondo, la quantità, disponibilità, qualità e la gestione dei materiali di base non sono ancora appropriati all’investimento o per una crescita a lungo termine del mercato degli impianti ad energia da rifiuti organici. Infine, l’industria del biogas, in larga misura tedesca e europea, non sta mettendo a disposizione le risorse necessarie allo sviluppo di questi mercati”, ha dichiarato Nuno Oscar, analista del gruppo.
Al contrario negli Stati Uniti il quadro commerciale ha dato segni di cambiamento grazie anche al lancio del programma AgSTAR per spronare gli imprenditori nell’adozione di tecnologie per il recupero e lo sfruttamento del metano riuscendo ad ottenere anche benefici ambientali. Esempio virtuoso, quello statunitense, che va a collocarsi accanto agli sforzi dell’India dove la costruzione dei suddetti impianti sta progredendo con lo scopo di collegarli alla rete elettrica per la fornitura locale “Il potenziale del mercato è enorme e il ritmo di crescita può essere esponenziale soprattutto in Paesi quali l’Italia, la Repubblica Ceca, il Brasile, gli Stati Uniti, il Canada, l’India e l’Australia. Le imprese che operano in questo settore – ha poi concluso l’analista di Frost & Sullivan – potrebbero perdere preziose opportunità’non investendo in questi mercati e devono cominciare a pianificare una strategia di espansione internazionale”.