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Nanotecnologia e grafene, le fuel cell mettono i muscoli

(Rinnovabili.it) – Nanoparticelle e grafene: sono questi i due elementi principali su cui si è concentrato il Dipartimento Energetico del Pacific Northwest National Laboratory (Università di Princeton) per ottenere un materiale catalitico più resistente e chimicamente più attivo per le celle a combustibile. Lo studio, pubblicato nel “Journal of the American Chemical Society”:https://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBoQFjAA&url=http%3A%2F%2Fpubs.acs.org%2Fjournal%2Fjacsat&ei=pPpTTb22CI_3sgaUi8X0Bg&usg=AFQjCNEck4O1Wa5q9VwjGyXo3ururRqocQ, ha messo in luce i vantaggi di questo nuovo mix, in termini di futuri vantaggi per la tecnologia delle fuel cell, migliorandone la progettazione. Jun Liu, uno dei chimici del team di ricerca, ha spiegato gli aspetti che contraddistinguono questo lavoro: “Le celle a combustibile rappresentano una delle aree strategiche per quel che riguarda le tecnologie energetiche, ma i costi e la durevolezza sono delle sfide piuttosto dure in tal senso. La struttura unica di questo nuovo materiale fornisce maggiore stabilità, un’ottima conduttività elettrica e molte altre proprietà”.
La scelta delle componenti non è stata casuale: Il reticolo a nido d’ape del grafene è poroso, conduttore e offre un notevole spazio agli atomi di platino. Il gruppo ha proceduto cristallizzando nanoparticelle di ossido di metallo noto come ossido di indio e stagno (OIS) direttamente sul grafene per poi aggiungere nanoparticelle di platino. Gli ottimi risultati ottenuti sia in resistenza nella funzione stessa del catalizzatore hanno portato gli scienziati al passo successivo: il team sta ora integrando il composto platino-OIS-grafene in celle a combustibile sperimentale per determinare come e per quanto tempo riesca a lavorare in condizioni reali.

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