Sperimentata una valida soluzione per rendere i Light Emitting Diode più luminosi
Secondo il Dipartimento di Energia americano l’illuminazione degli edifici residenziali e commerciali rappresenta circa un quarto del totale dell’energia elettrica utilizzata in tutti gli Stati Uniti, la maggior parte della luce viene prodotta in maniera molto inefficiente, attraverso lampadine alogene o a incandescenza. Le fluorescenti compatte sono sicuramente un passo avanti nel taglio dei consumi, ma possiedono anche lati negativi, come per esempio il mercurio che contengono. Al contrario i LED (diodi emettitori di luce) restano la tecnologia più promettente, per la loro efficienza e capacità di durata. Fondamentalmente il limite dei LED per questo tipo di applicazione è la quantità di luce emessa (flusso luminoso espresso in lumen) che nei modelli più economici raggiunge solo i 20 lumen, al contrario di una lampadina ad incandescenza da 60 W, che emette un flusso luminoso di circa 550 lumen. Inoltre i LED più luminosi sono ancora quelli a luce fredda con resa cromatica relativamente bassa. I ricercatori della Bilkent University di Ankara, Turchia, hanno fatto una scoperta che porta la tecnologia LED più vicina ad adozione diffusa. Hanno scoperto che i blu LED rivestiti con uno strato di nanocristalli, appositamente progettato per trasformare la fredda luce blu in caldo bianco, sono in grado di fornire una illuminazione di oltre 300 lumen per watt in efficienza. I tipici LED bianchi danno più fastidio all’occhio umano e forniscono solo dai 30 ai 60 lumen di luce visibile per watt, determinando un miglioramento dal 5 al 10% e superando così anche le lampade fluorescenti compatte, che sono più vicine a 80 lumen/watt. I nanocristalli assorbono parte della radiazione emettendo una di colore rosso ed una verde, che mescolandosi con la rimanente luce blu produce il morbido bagliore bianco.