Rinnovabili

Mostre: al via Trieste “Design italiano per la sostenibilità”

La presentazione e l’apertura delle iniziative hanno preso avvio con il saluto di introduzione del sindaco Dipiazza, che ha voluto rimarcare come la ’situazione ambientale’ di Trieste si presenti con un bilancio in grandissima parte positivo. A fronte del problema rappresentato da alcuni siti di impiego industriale o dove operavano a suo tempo attivita’ industriali non piu’ attive e che richiedono ora di venir bonificati, tutti gli altri aspetti della “qualita’ dell’ambiente’ nel nostro territorio – ha precisato – sono assolutamente soddisfacenti”. Il sottosegretario All’Ambiente Menia ha poi rimarcato l’importanza del Forum triestino che si apre domani, propedeutico – ha detto – ai prossimi ‘G8 Ambiente’ e ‘G8 Energia’, e come tale dedicato in gran parte allo sviluppo di combustibili alternativi e di nuove tecnologie in grado di affrontare i rischi di cambiamento del clima assicurando nel contempo, entro i prossimi 20-30 anni, risposte adeguate alla crescente domanda di energia, senza aumentare le emissioni di anidride carbonica. Il Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Corrado Clini (che domani introdurra’ i lavori del Forum e che in precedenza aveva rilevato come la riunione di Trieste rivesta un ruolo importante anche in vista della Conferenza sui cambiamenti climatici di fine anno a Copenaghen) nel presentare il volume ‘Design Italiano per la Sostenibilita’ ha osservato come “il libro sia un importante contributo all’immagine dell’Italia, della sua industria, della sua creativita’, della sua capacita’ di attuare una ricerca e un’innovazione che guardano all’ambiente e alla sua salvaguardia”. Il coordinatore del volume e della mostra Marco Capellini ha ricordato infine come il testo raccolga solo una prima selezione di prodotti realizzati da aziende italiane, di design e con elevate ‘performance’ ambientali; ciononostante raggiunge il significativo numero di 150 imprese operanti in tutti i settori. “E’ questo un preciso e confortante segnale di come il ‘design’ italiano non sia affatto finito, come qualcuno riteneva, ma, al contrario, promette di essere molto competitivo. Anche in questo specifico settore che si potrebbe chiamare del ‘Re-made in Italy’”.

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