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Monitoraggio dei consumi e piano di azione comunale

Lo sviluppo sostenibile del territorio si persegue con il coinvolgimento attivo di tutti i portatori d’interesse, privati e pubblici, racchiusi nel termine anglosassone ‘stake-holder’.
E’ questa l’operazione politicamente innovativa che l’amministrazione comunale di Termoli, con l’input dell’assessore all’Ambiente Emanuela Lattanzi e della struttura, vuol riuscire a cogliere entro la fine dell’anno nel campo dell’efficienza energetica.
Un obiettivo assai ambizioso, presentato stamani in sala consiliare, dalla stessa Lattanzi, mai come ora sotto i riflettori, nel bene e nel male, dalla delegata della società di consulenza Ambiente Italia, Chiara Lazzari, e di Emanuele Iorio, dell’ufficio Ambiente. Assente per ragioni di famiglia il presidente della sesta commissione, Luigi Leone.
Il Peac, piano energetico-ambientale comunale, già illustrato ieri agli amministratori di giunta e consiglio, vorrebbe prima censire, nello storico ventennale, dal 1990 in avanti, i consumi (sia di riscaldamento, che di energia, che di carburanti) che famiglie, enti e imprese hanno bruciato in questa era, diciamo dall’avvio del protocollo di Kyoto in poi.
Uno sforzo immane, che dovrebbe essere profuso da qui sino a tutta l’estate. Lo scopo è quello di ottenere una fotografia reale negli anni di cosa sia stato l’assorbimento energetico sul suolo comunale, compresi gli idrocarburi per il trasporto, elemento imprescindibile per poter poi indicare la via della modernizzazione e del risparmio.
Il reperimento dei dati ne sarà il perno centrale, cardine di una inchiesta che entrerà nel profondo delle nostre abitudini, da conoscere prima e cercare di indirizzare nelle modifiche opportune in seguito.
Ventimila gli euro investiti dalla giunta Greco in questo progetto, che dovrebbe portare, come ribadito in conferenza stampa dalla Lattanzi, entro il 2009 a redigere un piano di azione e una proposta complessiva di miglioramento dell’uso delle fonti rinnovabili e improntata a scelte di consumo più parche.
Lampadine a risparmio energetico, solare e fotovoltaico, uso di elettrodomestici in orari diversi da quelli di punta, isolamenti termici nelle nuove e anche vecchie costruzioni: questo l’esempio di cosa si potrebbe fare per abbattere e di molto il livello di kw che quotidianamente case, uffici e negozi sperperano.
Consigli, incentivi e laddove possibili, regolamenti impositivi che dovrebbero riuscire a far diventare la città davvero sostenibile.

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