L’impronta ecologica della Word Cup sud africana? Quest’anno il totale della CO2 eq. emessa raggiungerà ben 2.753.250 tonnellate. E le vuvuzela sembrano subito il male minore
Ormai nessun evento, grande o piccolo che sia, si può esimere dal dare conto della propria impronta di carbonio. Ecco quindi che anche i mondiali di calcio passano sotto l’attenta lente degli analisti, in questo caso specifico da quelli dell’Econ Pöyry sotto la commissione dal NORAD, il dipartimento dell’ambiente norvegese. Il “rapporto”:https://www.norway.org.za/NR/rdonlyres/3E6BB1B1FD2743E58F5B0BEFBAE7D958/114457/FeasibilityStudyforaCarbonNeutral2010FIFAWorldCup.pdf, rilasciato in collaborazione con l’Ambasciata di Norvegia in Sud Africa, presenta i risultati di uno studio dedicato alla carbon footprint della FIFA World Cup 2010, individuando le misure per ridurre tali emissioni e raccomandando che tipo di regime istituzionale per compensare la CO2 sia necessario al fine di rendere la Coppa del Mondo un evento “carbon neutral”.
Ebbene, per questi mondiali si prevede una quantità di anidride carbonica pari a quella rilasciata in un anno da un milione di automobili su strada, ossia ben 2.753.250 tonnellate di CO2 equivalente. Il conto tiene presente non solo l’evento in sè (consumi energetici, materiali costruttivi dello stadio) ma anche degli spostamenti intra e d extra-urbani e dei viaggi aerei internazionali che del totale rappresentano addirittura il 67.4%.
Lo studio non manca di presentare misure per la riduzione dell’impronta, perlopiù adattabili a contenere le emissioni relative allo stadio o ai trasporti interurbani. Si tratta comunque – scrivono gli autori – di interventi importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica e per radicare le migliori pratiche a livello locale. Per la quota di CO2 restante gli analisti consigliano l’adesione al programma dei crediti di carbonio: compensare l’impronta ecologica in questo caso costerebbe tra i 5,4 e 9,0 milioni di dollari, escludendo i viaggi internazionali mentre perché in tal caso la cifra raddoppierebbe.
Eppure gli organizzatori non hanno lesinato interventi “verdi”. Con la collaborazione della Global Environment Facility (GEF), l’United Nations Environment Programme (UNEP) e del Department of Environmental nazionale(DFE), sono state messe in campo misure dedicate alla sostenibilità e dalla tutela ambientale. Tutto ciò fa parte della FIFA 2010 Green Goal, iniziativa composta nello specifico da tre progetti a cominciare appunto da 12 cartelloni solari – due in ogni stadio delle città ospite – e l’istallazione di 60 semafori e 78 lampioni a Led, sempre nei sei centri in cui si svolgerà l’evento.
E’ stato inoltre messo a punto uno speciale “passaporto verde” (www.greenpassport.co.za) per incoraggiare i visitatori a compiere scelte di viaggio responsabili: si tratta di un opuscolo di 32 pagine pieno di consigli ‘green’ che verranno distribuiti a 100.000 spettatori. Il Dipartimento per gli affari ambientali (DEA) in Sud Africa, in collegamento con i Dipartimenti di Energia, Turismo, Eskom e il Comitato Organizzatore Locale hanno individuato cinque progetti di compensazione del carbonio al fine di assistere i viaggiatori verso l’annullamento volontario delle proprie emissioni, comprendenti fornelli solari, compostaggio del suolo, programma di illuminazione ad alta efficienza energetica e generatori eolici.In tutto ciò rientra anche l’allaccio alla rete della prima turbina eolica (1.8MW) da parte della compagnia Electrawinds la cui energia, per la tutta la durata dei mondiali, servirà ad alimentare gratuitamente il Nelson Mandela Bay Stadium Calcio a Port Elizabeth. L’aerogeneratore farà parte di una centrale da 25 turbine, fornitrice di una potenza di 45MW che è destinata a divenire la prima wind farm del Paese su scala commerciale.