Sabato 28 e domenica 29 novembre 2009, nelle sale del Museo A come Ambiente in c.so Umbria 90 a Torino, l’associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA presenterà una nuova Campagna di sensibilizzazione ambientale (di cui il Museo è partner), rivolta a tutti – singoli, scuole, associazioni, enti locali – con un appello a intraprendere azioni di solidarietà e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Sabato e domenica dalle 14.00 alle 19.00, all’interno del Museo sarà possibile visitare la mostra LVIA “Ambiente e solidarietà. Un kit di righelli per conoscere il Burkina Faso” e guardare un video-documentario realizzato dal Segretariato Sociale RAI che illustra i danni provocati nel paese africano dalla dispersione della plastica nell’ambiente, e la risposta data dal programma di valorizzazione dei rifiuti plastici avviato nella capitale Ouagadougou grazie ad un’esperienza di cooperazione promossa da LVIA con tanti partner italiani e africani. Nell’allestimento della mostra, saranno presentati anche degli oggetti in plastica riciclata realizzati in alcuni paesi del Sud del mondo e verranno proiettati due spot di sensibilizzazione prodotti in Burkina Faso e in Mauritania.
La domenica, alle 16.30 e alle 17.30, Gianfranco Cattai, Responsabile del Settore Italia della LVIA e Carlo Degiacomi, direttore del Museo, presenteranno la Campagna. L’ingresso al Museo sarà gratuito dalle 16.30 alle 19.00.
La Campagna “Molla la plastica!” si rivolge a tutta la società civile, chiedendo un impegno concreto per diventare protagonista di cambiamento e di giustizia: non solo per la salute delle nostre città e di quelle dei paesi del Sud, ma anche per migliorare le condizioni di vita di molte comunità africane. La Campagna, che la LVIA promuove in collaborazione con il Museo A come Ambiente, la Compagnia teatrale ITINERARIA e l’Associazione ReAcademy Foundation, propone tre tipologie di impegno: diffondere una cultura rispettosa dell’ambiente; aiutare l’Africa “riciclando”; esercitare la cittadinanza attiva con azioni di consumo responsabile e di riduzione dei rifiuti.
Al Museo sarà possibile ritirare, con un piccolo contributo, la borsa shopper ”Molla la plastica!” e il kit di righelli in plastica riciclata prodotto in Burkina Faso: due gadget della Campagna, diffusi con la finalità di diminuire l’utilizzo dei sacchetti di plastica e dare un aiuto alla cooperativa di donne che nello stato africano del Burkina Faso lavora per la valorizzazione e il riuso dei rifiuti plastici. Tra i materiali forniti saranno inoltre disponibili depliant informativi, pubblicazioni e libretti illustrativi per l’educazione allo sviluppo nelle scuole.
L’evento al Museo è stato inserito fra le iniziative della prima “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” (www.menorifiuti.org) che la Commissione Europea ha indetto dal 21 al 29 novembre con l’intento di evidenziare l’impatto dei consumi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici e promuovere azioni volte alla riduzione e alla prevenzione dei rifiuti. L’iniziativa è sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed ha, tra gli altri, il patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Toscana – “Abitare mediterraneo”: sostenibilità e patrimonio culturale
Si chiama “Abitare Mediterraneo” ed è l’ultimo progetto della Regione Toscana, dell’Università di Firenze e della Scuola Sant’Anna di Pisa, per “l’ecosostenibilità nell’abitare e nella riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”. Il progetto è stato illustrato stamani, durante la prima giornata dei Green days, in corso alla Fortezza da Basso di Firenze, dall’assessore alla casa Eugenio Baronti e dai professori Romano Del Nord e Marco Sala dell’Università di Firenze. Il progetto è stato finanziato dalla Regione, nell’ambito dell’ultimo bando per la ricerca (Por-Fesr 2007-2013), con 3,5 milioni di euro. «L’obiettivo – come ha spiegato l’assessore Baronti – è quello di fare della Toscana un laboratorio internazionale dell’abitare mediterr aneo. Non vogliano e non dobbiamo più limitarci a trasferire competenze tecniche, impiantistica e materiali costruttivi dal Nord Europa, pensate in ambito climatico, storico e culturale completamente diverso da quello nostro mediterraneo. Vogliamo diventare a livello europeo e internazionale il laboratorio per la ricerca e la realizzazione dell’edificio e della casa ecosostenibile del futuro, pensata e progettata nell’ambito storico, culturale e climatico del bacino mediterraneo.» Per far questo la Regione intende creare un “Centro di competenza tecnologica” che serva da punto di riferimento per lo “studio, la ricerca, il trasferimento tecnologico, l’innovazione e la realizzazione di buone pratiche, per la sostenibilità ambientale, energetica, la qualità e vivibilità dell’abitare.” Naturalmente il futuro “centro” dovrà fare squadra fra le pubbliche amministrazioni, le imprese, le associazioni professionali e gli organismi di ricerca e le università e, non ultimo, rilanciare la competitività delle aziende toscane. Sia quelle edili, sia quelle di impiantistica. E’ previsto naturalmente anche un sito web regionale che servirà a mettere in rete i vari soggetti.
«La sostenibilità – ha detto Romano Del Nord, uno dei due professori dell’Università di Firenze che ha illustrato “Abitare Mediterraneo – viene oggi declinata con tre E, Economic, Environment ed Equity (economia, ambiente, sociale) noi vogliamo aggiungere ed integrare queste tre componenti con un’altra, la cultural sostenibility, ossia sfruttare il valore aggiunto del nostro patrimonio disponibile. Un patrimonio che andrà trasmesso alle future generazioni filtrato dai 3 parametri classici della sostenibilità, che devono però tener conto della ricchezza che abbiamo. E la Toscana i n questo senso è il candidato ideale.» Del Nord ha poi aggiunto un ulteriore requisito, quello della sicurezza, in particolare quella antisismica, da integrare con gli altri parametri. «In questo modo – ha concluso – potremo avere una leva per far crescere il mercato delle costruzioni e contribuire ad uscire dalla crisi puntando ad una qualità che sia mirata alla sostenibilità classica ma anche alle peculiarità del nostro clima e del nostro patrimonio culturale.»