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Mix energetico, mentre l’Europa riflette cosa fa l’Italia?

(Rinnovabili.it) – Controverso periodo quello che l’Italia sta vivendo sul piano energetico. La spinta della Green economy ormai ha contagiato paesi ricchi e in via di sviluppo, le nazioni del petrolio e quelle messe in ginocchio dalla crisi economica. L’emergenza nucleare del Giappone sta facendo trattenere il respiro al mondo intero, spingendo non solo il commissario Oettinger ha parlare dell’accaduto in termini di “apocalisse” ma portando i grandi leader europei a fare un passo indietro sull’atomo; il cancelliere tedesco Angela Merkel ha annunciato la chiusura provvisoria delle sette centrali più vecchie del paese, Sarkozy è pronto a indire una riunione del “gabinetto di crisi” per affrontare il problema del nucleare, il governo elvetico ha deciso di sospendere la procedura per autorizzare tre nuovi impianti mentre un blocco dell’atomo incomincia profilarsi anche in Belgio e Polonia.
In un quadro così particolare, reso ancor più peculiare per il Mediterraneo dalla forte instabilità nord-africana, in molti si stanno chiedendo in che direzione stia andando l’Italia. La domanda è stata ripresentata conferenza *“Renewable Energy Strategy for Europe”*, organizzata da APER a Bruxelles dove le Istituzioni europee sono intervenute focalizzando l’attenzione alla sicurezza energetica e un prioritario ruolo per le rinnovabili.
Il Belpaese ancora una volta appare in forte controtendenza, con una politica pronta ad ipotecare il futuro dell’ecoenergia “made in Italy” ma non a retrocedere sull’atomo. “L’instabilità nord africana e il disastro giapponese – scrive oggi Aper – sono un forte invito a riflettere sul mix energetico: nello stesso momento emergono dubbi sulla promessa nucleare mentre le rinnovabili mostrano un potenziale inatteso”. “Gli esempi di Spagna e Germania hanno mostrato come le rinnovabili possano risolvere il _dilemma del mix di approvvigionamento_ ma anche che esiste un potenziale di crescita ulteriore inatteso. Il caso Germania evidenzia due concetti: certezza delle regole e visione di lungo termine, mentre la Spagna mostra l’interessante reazione di un Paese energicamente dipendente che è riuscito a creare indipendenza e ricchezza”.
Carlo Durante, Consigliere APER, ha dichiarato: “L’UE non ha ancora completato il suo lavoro, per quanto ci riguarda. L’adozione della Direttiva 28/09 è un fallimento: l’Italia è e resta un Paese non in grado di raggiungere gli obiettivi né di essere fra i leader nella rivoluzione energetica. Il nostro è un ritardo non governato: ci candidiamo ad essere eternamente alla rincorsa, senza né dominare né capire le nuove tecnologie”. La *“Renewable Energy Strategy for Europe”*, è stata l’occasione per confrontare le diverse esperienze nazionali e individuare le azioni possibili per muoversi verso una piattaforma dell’energia rinnovabile pan-europea, superamento concreto del vecchio modello di comparto produttivo. Alla discussione è intervenuta Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione ITRE del Parlamento UE riportando le più recenti posizioni della Commissione in conseguenza dei recenti avvenimenti e pertanto la convinzione della necessità di ripensare il mix energetico in maggior favore per le rinnovabili, ed Antonio Tajani che ha invece messo a fuoco il ruolo crescente delle fonti alternative nel futuro mix dichiarando la necessità di dotarle di adeguato supporto per garantirne lo sviluppo.

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