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Ministro Parisi: via alle energie rinnovabili per le Forze Armate

Sarà attuata una progressiva modernizzazione delle infrastrutture militari adeguandole ai più innovativi modelli di sostenibilità ambientale, ciò favorirà l’utilizzo delle energie da fonte rinnovabile. Nella città militare della Cecchignola il primo ambizioso progetto

Incontrare un Ministro preposto alla difesa della nazione e parlare con lui di tutela ambientale, di energie rinnovabili e, più in generale, di sostenibilità, potrebbe sembrare una forzatura, quasi un controsenso.
In realtà mi sono piacevolmente intrattenuto con un uomo di grande sensibilità ambientale, già molto informato e comunque particolarmente interessato ad essere aggiornato sulle innovazioni di settore, che ha partecipato in modo stimolante ad un dibattito/intervista con il sottoscritto ed un ristretto gruppo di suoi collaboratori.

Mauro Spagnolo: *Ministro Parisi, credo che Lei sia stato il primo Ministro della Difesa, nella storia repubblicana, a parlare di rispetto ambientale e di sostenibilità. Quali sono i punti di contatto tra la difesa dell’ambiente e la difesa militare?*

*Arturo Parisi*: Lo strumento militare è uno degli strumenti a disposizione dello Stato per tutelare la propria integrità. La difesa dell’ambiente è, invece, un fine a cui tutti dobbiamo concorrere, come cittadini e come Istituzioni. L’ambiente in cui viviamo è la prima risorsa di cui disponiamo, e la più importante fra quelle che condividiamo. E’ auspicabile, quindi, che i pubblici poteri siano particolarmente attenti alla corretta gestione delle risorse naturali, e della difesa dell’ambiente.
Per quanto attiene specificatamente alla Difesa, credo che l’attenzione verso le tematiche ambientali non sia nuova, né abbia assunto maggiore priorità rispetto al passato. Anche in tempi non recenti la Difesa ha cercato – nei limiti delle proprie capacità e risorse – di assegnare alla difesa dell’ambiente una elevata priorità. Si pensi, ad esempio, a quanto fa da decenni la Marina Militare per la difesa delle risorse marine, oppure al contributo che l’Esercito e l’Aeronautica danno sia nella previsione di eventi naturali catastrofici, sia nel ripristino di territori colpiti da eventi naturali distruttivi. Non può poi essere dimenticato il ruolo dell’Arma dei Carabinieri che ha una propria componente dedicata a tal fine: il Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale.
Ovviamente la coscienza ambientale sta cambiando ed aumentando in tutta la collettività nazionale, e pertanto anche all’interno della Difesa, delle Forze Armate, delle singole caserme, l’atteggiamento del personale evolve virtuosamente, verso un rispetto sempre maggiore dell’ambiente e delle sue risorse.

MS: *Recentemente le Forze Armate hanno ottenuto, a mio giudizio, un risultato straordinario ed originale: il consenso e l’interesse simultaneo da parte di tre ministeri, quello dell’Ambiente, quello del Tesoro ed il suo, quello della Difesa, su un percorso di sostenibilità che le Forze armate hanno programmato di intraprendere a breve.*
*A cosa porterà, in concreto, questa convergenza politica?*

*AP*: Sulla base delle nuove normative messe a punto a seguito di studi effettuati dal Ministero del Ambiente, la Difesa procederà ad una progressiva modernizzazione del proprio parco infrastrutture, adeguandolo ai più moderni concetti oggi esistenti. Ad esempio, si miglioreranno le capacità di isolamento termico delle infrastrutture ad uso abitativo, si adotteranno le più moderne tecnologie in materia impiantistica, si favorirà in ogni modo il ricorso alle fonti di energia rinnovabile.
Il travaso di conoscenze fra il Ministero dell’Ambiente e quello della Difesa determinerà nel tempo sostanziosi risparmi, soprattutto nei costi di gestione delle infrastrutture, e di ciò si avvantaggeranno ovviamente le casse dello Stato. Ecco perché questo virtuoso percorso parte dall’Ambiente, passa per la Difesa e finisce all’Economia.

MS: *Mi sembra di grande rilievo la volontà di solarizzare un’intera area nel quartiere militare della Cecchignola, a Roma. Come è nato un progetto così ambizioso e cosa vi attendete dall’intera operazione?*

*AP*: E’ nato dalla volontà di fare qualcosa di concreto, che fosse al tempo stesso tecnicamente realizzabile in tempi brevi, che apportasse un significativo contributo alla sforzo di tutela delle risorse naturali, ma che fosse anche altamente significativo, in termini simbolici.
Ci attendiamo una riduzione dei costi di gestione delle infrastrutture, cioè la riduzione dei costi dei contratti di fornitura elettrica di energia. Ci attendiamo una riduzione pro-quota delle emissioni nocive, grazie all’uso di fonti rinnovabili. Ci aspettiamo, soprattutto, una diffusa presa di coscienza di quanto si possa e si debba fare in tale ambito.

MS: *Il vasto parco immobiliare delle Forze Armate sembra essere, almeno in parte, vetusto e sottoutilizzato. La sua ottimizzazione, e l’eventuale ristrutturazione, potrebbe costituire una buona occasione per realizzare un vasto programma di efficienza e risparmio energetico?*

*AP*: Le nostre infrastrutture sono effettivamente vetuste, almeno per una gran parte. E’ comprensibile che sia così, ove si consideri che la grande espansione numerica delle Forze Armate italiane è avvenuta in occasione di conflitti del ventesimo secolo, e poi per le esigenze della guerra fredda. Oggi abbiamo Forze Armate prevalentemente professionali, composte da volontari e professionisti, che sono molto più piccole dimensionalmente, ma che richiedono anche standard abitativi decisamente differenti per ospitare del personale che svolge volontariamente il servizio militare, e non già a seguito della chiamata obbligatoria della leva. Stiamo quindi investendo in nuove infrastrutture, ed i criteri con cui queste sono realizzate includono, ovviamente, le esigenze del risparmio energetico. Parte delle risorse viene anche dalla dismissione degli immobili e delle aree non più necessarie alla Difesa, che vengono pertanto restituite al Demanio. Tuttavia le risorse disponibili non sono molte, ed il processo di modernizzazione delle infrastrutture richiederà decenni.

MS: *Attualmente gli scenari operativi di una moderna Forza Armata sono essenzialmente costituiti da missioni di pace ed umanitarie, con dislocamenti di infrastrutture posizionati in paesi a volte molto lontani. In questi casi l’uso di energie da fonte rinnovabile sarebbe un’ottima soluzione, oltre che di rispetto ambientale, di grande praticità e autonomia. Penso, ad esempio, al fotovoltaico ed al solare termico*.
*Non potrebbe essere una buona occasione da non perdere?*

*AP*: Le posso dire che abbiamo già colto questa occasione e abbiamo già un esempio in Libano, dove è in via di realizzazione il comprensorio abitativo militare di Shama dove saranno applicate le moderne tecnologie solari fotovoltaiche e termiche. Le posso dire che con il solare termico riusciamo a garantire l’intero fabbisogno di acqua calda sanitaria mentre con i moduli fotovoltaici abbiamo una produzione di energia elettrica pari 20% del fabbisogno necessario al comprensorio abitativo.

MS: *Infine, sig. Ministro, riusciremo a vincere, a suo giudizio, la guerra che in molti ritengono essere, a breve, la madre di tutte le altre e forse la più grave mai combattuta nella storia del pianeta: la guerra dell’intera umanità contro i cambiamenti climatici?*

*AP*: La guerra contro i cambiamenti climatici dovrà essere vinta perché è fondamentale garantire un futuro sereno alle giovani generazioni, ai nostri figli e ai nostri nipoti. Mi rifaccio allo slogan della conferenza svolta a Roma “In difesa dell’Ambiente – un dovere, un’opportunità e una sfida”.
Sicuramente una sfida che dobbiamo vincere a tutti i costi.