Il maxiemendamento ottiene il primo semaforo verde, ma tra i suoi contenuti anche il rinvio della norma riguardante l'obbligo per le nuove costruzioni d’essere alimentate in parte con le rinnovabili
Il Governo ha ottenuto oggi la fiducia dall’Aula del Senato sul maxiemendamento al decreto Milleproproghe con 162 sì, 126 no e nessuna astensione. Prima approvazione dunque raggiunta per il provvedimento, che scade il primo marzo ed ora passerà all’esame della Camera. Al suo interno tuttavia è apparso anche un contenuto che ha suscitato le repentine critiche da parte degli Ecologisti Democratici e che, in pratica, rinvia di un anno la norma sugli eco edifici, introdotta nella scorsa legislatura. Con quello che la componente ambientalista del Pd denuncia come il “blitz dell’esecutivo” il governo ha difatti introdotto all’ultimo momento un comma che sospende l’obbligo dal primo gennaio 2009 per i nuovi edifici, ai fini del rilascio del permesso di costruzione l’installazione di impianti da fonti rinnovabili con una potenza minima pari a 1 kW per ciascuna unità abitativa e di 5 kW per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati.
“Ancora una volta il governo Berlusconi dimostra analfabetismo ambientale”, ha dichiarato il senatore Roberto Della Seta (Pd), capogruppo in Commissione Ambiente. “Mentre in tutto il mondo si incentiva l’utilizzo delle fonti rinnovabili, anche come determinante misura anticrisi, l’esecutivo ha tolto, inopinatamente, dal maxi emendamento al Milleproroghe, su cui il Senato ha appena votato la fiducia, la norma introdotta dal governo Prodi per cui tutte le nuove costruzioni, a partire dal primo gennaio 2009 devono essere alimentate, almeno parzialmente, da fonti rinnovabili”. “Il governo italiano persiste con questo atteggiamento miope, arretrato e irragionevole e – sottolinea l’esponente del Pd – non perde occasione per portare avanti una malcelata battaglia contro la difesa ambientale”.
La misura mirava garantire lo sviluppo della riqualificazione energetica degli edifici e una larga diffusione delle tecnologie solari, ma, spiega l’associazione Ecodem, “ora Berlusconi e Scajola rinviano di un anno tale obbligo: non hanno il coraggio di cancellarlo ma ne vanificano l´utilità con una proroga che impedirà ulteriormente lo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili, quel settore su cui puntano tutti coloro che vorrebbero rilanciare l´economia che però evidentemente risulta indigeribile al nostro governo di destra. L´ultima dimostrazione di quanto questo governo remi contro l´innovazione tecnologica e quelle misure che servirebbero a combattere l´effetto serra”.