Un team di scienziati cinesi ha annunciato un risultato rivoluzionario nella trasformazione della lignina in precursori chimici di etanolo e biodiesel. La lignina è un composto essenziale del ed insieme alla cellulosa ed all’emicellulosa costituisce la frazione fibrosa della pianta, circa l’80% del peso secco. Negli ultimi anni la crisi climatica unitamente alle impennate del mercato petrolifero hanno fornito una vigorosa spinta alla produzione di biocarburanti per il settore dei trasporti. Se si esclude la prima generazione, ottenuta a partire dalle colture amidacee alimentari le possibilità attuali si concentrano per lo più sui biofuel cellulosici ottenuti dalla porzione vegetale non edibile (scarti forestali e agricoli, trucioli di legni). La cellulosa rappresenta tuttavia solo poco più di un terzo del peso secco della pianta ed il contenuto di lignina, a causa della complessità della molecola, viene difficilmente degradato durante i tradizionali processi di conversione. Ora, secondo un rapporto pubblicato su New Scientist, il professor Yuan Kou della Peking University e il suo team sono riusciti ad elaborare una reazione di scissione delle molecole della lignina molto più efficiente ed affidabile. Questo polimero contiene legami COC (carbonio-ossigeno-carbonio) la cui scissione libera piccoli idrocarburi, che a loro volta possono essere ulteriormente trattati per la produzione di alcani e alcool. Gli scienziati hanno utilizzato acqua a 250-300 °C e ad una pressione di 7000 kPa come solvente, in presenza di un catalizzatore platino/carbonio e idrogeno gassoso per rompere selettivamente alcuni di questi legami. La reazione porta a tre prodotti: alcani ad otto o nove atomi di carbonio adatti per sintesi della benzina, alcani con 12 a 18 atomi per il diesel e metanolo. Ora non resta che rendere il processo competitivo sul piano dei costi.