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Mercato della CO2: quale la direzione?

Anidride carbonica “in vendita” o tassata. C’è anche la borsa dei diritti ad inquinare sulla strada che porta a Copenaghen

Sull’andamento del mercato dei Diritti di Emissione della CO2 a influire è sopratutto la crisi finanziaria, ma non solo. L’instabilità del momento in cui si trovano parecchie società, ha spinto molte aziende italiane nei primi 15 giorni di mercato dell’anno a vendere; ciò nonostante non si può ancora tracciare una linea generale d’azione, data la presenza per ogni scelta di acquisto o vendita di più variabili da considerare. A disegnare questo breve quadro è Sendeco2 la Borsa italiana per i Diritti di Emissione del Diossido di Carbonio (EUAs) e Riduzioni Certificate delle Emissioni (CERs), è un mercato secondario ideato nel settembre 2004 per contribuire significativamente al miglioramento dell’Ambiente nell’area Mediterranea.
E per un mercato che cerca il suo equilibrio ce ne è uno che potrebbe presto prendere il via. In vista dell’incontro si Copenaghen la Commissione UE ha, infatti, presentato agli Stati Uniti un sistema ETS di scambio delle emissioni di CO2. La proposta è contenuta in un documento di circa 20 pagine di pagine incentrato sulla lotta ai cambiamenti climatici. All’interno anche indicazioni sulla quota di investimenti mondiali da destinare a politiche di riduzioni dei gas ad effetto serra, compresa l’introduzione di una “tassa” per ogni tonnellata di biossido di carbonio emessa dai paesi sviluppati: l’imposta (da un euro a tre euro) potrebbe generare un reddito di 13 miliardi di euro nel 2013 e di 28 miliardi di euro nel 2020.